PALERMO – Aveva il divieto di avvicinarsi alla casa dove vivono la moglie e i figli. Ed invece si è presentato pretendendo di entrare, così ha detto, per l’impellente bisogno di fare una doccia.
Un gesto che è costato a G.P., 49 anni, l’aggravamento della misura cautelare: non più il divieto di avvicinamento ai familiari, ma il carcere.
È una storia turbolenta quella che avviene in un grosso centro in provincia di Palermo. Per una donna e i figli la vita è divenuta un incubo. Colpa di un marito e padre che diventa violento quando è sotto l’effetto di alcol e crack.
Botte, insulti, minacce. Piatti distrutti, cibo scaraventato per terra. Mobili devastati. Reagisce così ai “no” alle sue continue richieste di denaro per comprare la droga.
Una volta lanciò una sedie di ferro contro la figlia, rompendo il dito della mano. alla moglie che cercò di proteggerla. Un’altra volta la inseguì armato di un martello. Si era permesso di portare un gatto in casa.
“Te la farò pagare”, “vi ammazzo”, urlò il giorno in cui in casa arrivarono i carabinieri. Prima di andare via lasciò aperto il fornello della cucina a gas. Da qui il divieto di avvicinamento.
Alcuni giorni fa si è rifatto vivo. Voleva fare una doccia. Troppo caldo. Una scusa, secondo l’accusa. Ha violato le prescrizioni e il giudice per le indagini preliminari Nicola Aiello ha disposto l’aggravamento della misura.