PALERMO – Più che un auto blu sarebbe stata utilizzata come un taxi anche da amici, politici e “soggetti non autorizzati per finalità extra istituzionali” vicini a Gaetano Galvagno, “effettuando quotidianamente spostamenti per scopi personali propri, dell’autista e dei membri del Gabinetto e della Segreteria particolare”.
Ipotesi peculato
Al presidente dell’Assemblea regionale siciliana viene contestato anche il peculato per l’utilizzo dell’Audi A6 che gli è stata assegnata come macchina di servizio.
Sono 60 i viaggi ricostruiti dalla Procura di Palermo grazie ai fogli delle missioni sequestrati all’Ars dai finanzieri del nucleo di polizia economico-finanziaria.
Chi ha usato l’auto blu di Galvagno
Tra gli utilizzatori ci sono nomi noti. Ad esempio c’è Sabrina De Capitani, ex portavoce di Galvagno, e il segretario particolare Giuseppe Cinquemani (sono entrambi indagati, ma non per il peculato), la sorella del presidente, Giorgia, la madre e altri parenti che portano il suo stesso cognome: Stefania, Domenico e Gaetano (nessuno di loro è indagato).
L’ha utilizzata anche l’ex assessore alla sanità Ruggero Razza, compagno di partito di Galvagno, in due occasioni per rientrare nella propria abitazione (anche lui non è indagato). Ci sono altri uomini e donne, manager e imprenditori, amici di Galvagno che non hanno incarichi pubblici. Si muovevano in auto blu, di giorno e di notte, nelle province di Palermo, Catania e Messina.
I motivi erano i più disparati: dal più classico trasferimento in aeroporto o in albergo, agli acquisti in farmacia, dal fioraio (in particolare la cugina Giorgia in un negozio a Paternò) o per comprare generi alimentari (dalla ricotta ai pomodori, dall’acqua tonica al sushi). Una sera Galvagno mandò l’autista a ritirare kebab e patatine fritte. Si trovava a casa di amici.
La vicenda auto blu potrebbe allargarsi. I finanzieri stanno analizzando i fogli delle trasferte degli autisti.

