Palermo, ancora una vittima del crack: la lunga di disperazione

Ballarò, ancora una vittima del crack: la lunga di scia morti e disperazione

La legge alla Regione e le lungaggini

PALERMO – ll micidiale mix di crack ed eroina ha fatto un’altra vittima. Si chiamava Francesco e aveva 26 anni. Era uno degli zombie di Palermo, città che nel dilagare dei consumi di droghe è purtroppo diventata uguale a mille altre. Lo hanno trovato morto la settimana scorsa in una stradina vicino alla stazione centrale. La dose letale quasi sicuramente l’aveva comprata a Ballarò.

Crack, scontro fra bande

Bande di palermitani ed extracomunitari si dividono le piazze di spaccio. Convivono nel crimine, ma a volte esplodono i contrasti. Come è avvenuto domenica scorsa, 8 giugno. Un tunisino di 30 anni è stato accoltellato alla gamba.

Alcuni passanti hanno chiamato il 112. I poliziotti lo hanno trovato in una pozza di sangue in via delle Pergole, ma è in piazza del Carmine che è avvenuta l’aggressione. C’erano delle tracce ematiche sul basolato in un luogo dove domanda e offerta di droga si incrociano.

La scorso settembre l’Assemblea regionale siciliana ha approvato all’unanimità la legge contro la diffusione del crack e delle dipendenze. Una legge di iniziativa popolare, promossa dall’assemblea pubblica “Sos Ballarò”, sollecitata dall’arcivescovo di Palermo Corrado Lorefice e scritta in collaborazione con l’Università di Palermo.

Lungaggini burocratiche

Tra il voto dell’aula e l’operatività c’è di mezzo una serie di adempimenti. La legge rischia di impelagarsi nei tanti passaggi burocratici. Rispecchia la complessità di un fenomeno drammatico qual è la dipendenza dalle droghe. La Regione, prima in Italia, si è impegnata in un’attività di prevenzione, cura e reinserimento sociale per le vittime delle droghe.

Alcune cose sono state fatte per altre c’è un cronoprogramma serrato. A cominciare dalla pubblicazione dei decreti attuativi per l’organizzazione dei centri di accoglienza e delle unità mobili, e cioè le strutture operative sul territorio. Lo scorso marzo l’assessorato regionale alla Salute ha preso degli impegni sull’attivazione dei Centri di pronta accoglienza. Da una settimana la proposta per i decreti attuativi è alla firma degli assessori regionali alla Salute e alla Famiglia.

Nel frattempo si attende la convocazione dei tavoli regionali a cui dovranno sedere i rappresentanti del Dipartimento regionale per le attività sanitarie, delle Università e dell’associazionismo. Non tutti hanno indicato i nominativi di chi ne farà parte. Alla Regione contano di convocare le prime riunioni entro l’estate. È probabile che le prime riunioni saranno a ranghi ridotti, ma si andrà avanti lo stesso.

“I nostri ragazzi muoiono”

All’inizio il progetto prevedeva un unico maxi tavolo, ma sarebbe stato impossibile rendere operativa una riunione con cento partecipanti. Allora si è pensato di creare nove tavoli, uno per ciascuna provincia.

La tempistica resta incerta ed invece, come spiega Nino Rocca, uno dei volontari maggiormente impegnati sul campo per le strade di Palermo: “Quel che serve sono proprie le certezze. I nostri ragazzi soffrono, alcuni muoiono. Non abbiamo troppo tempo a disposizione, dobbiamo correre”.

Giulio, Diego, Francesco e tanti altri: per loro il tempo della vita è scaduto, il crack li ha uccisi.


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