Belotti: "Studierò da leader | Posso essere l'erede di Dybala" - Live Sicilia

Belotti: “Studierò da leader | Posso essere l’erede di Dybala”

Il bomber bergamasco, dopo una prima stagione di apprendistato nella massima serie, in un'intervista si dice pronto a raccogliere il testimone dall'ormai neo-attaccante della Juventus.

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PALERMO – Da adesso in poi, il futuro è nelle mani di Belotti. Il Palermo saluta Paulo Dybala, ormai promesso sposo della Juventus, e punta sul centravanti della nazionale Under 21, in cerca di maggiore spazio dopo una stagione da riserva di lusso. Un ruolo a cui è stato costretto proprio dall’exploit di Dybala, dal quale prenderà una “eredità pesantissima”, come lui stesso dichiara al Corriere dello Sport: “Paulo ha dimostrato qualità stratosferiche e realizzato tanti gol per la salvezza. Per un momento abbiamo pensato che potesse lanciarci in Europa. Ha lasciato il segno. Io come Dybala? Perché no? Difficile non impossibile, posso dare tanto alla città e sto lavorando per essere ricordato come lui dai tifosi”. D’altronde, la parabola potrebbe essere la stessa, con una stagione di apprendistato prima della definitiva esplosione: “Se è successo a lui, può capitare anche a me. Nessuno ci credeva. Un punto interrogativo che Paulo ha cancellato con una stagione sensazionale. Il tifoso vuole tutto e subito. La sua personalità è esplosa con il gol alla prima partita. Ora sembra inarrivabile. Anch’io sono una scommessa, voglio vincerla”.

Difficile però farcela quando il tuo spazio è ridotto ad una manciata di minuti. Poche le occasioni da titolare per Belotti in questa stagione, che però è sempre stato decisivo dalla panchina: “Quando entri in campo per cinque o dieci minuti o addirittura meno, i giochi in genere sono già decisi. Tante volte mi sono addormentato con brutti pensieri: perché solo scampoli? E giù la voglia di qualche parolaccia. Poi ho capito che in panchina è come andare a scuola con la possibilità di studiare i campioni, per esempio Tevez che fa cose incredibili. Piccoli, grandi segreti da imparare. Guai però se non mi fossi incavolato, anche se il primo comandamento è rispettare le scelte del tecnico”. La dura “scuola” della panchina, però, sta per finire: “Per guidare l’attacco del Palermo studierò da leader. Altrimenti, troppo duro il confronto con Dybala. Non posso essere uno qualunque accanto a Vazquez”. Magari con la volontà di legarsi a lungo con questo club: “Non c’è ancora l’accordo, però abbiamo voglia di rinnovare. Voglio spazio per sentirmi al centro di un progetto, stavolta da titolare. Cavani, Pastore e Dybala sono partiti da Palermo, una piazza importante che sforna campioni, perché non dovrebbe capitare a me?».

Già, Vazquez. Almeno lui sarà ancora uno dei perni del nuovo Palermo, per la gioia di Belotti che avrà alle sue spalle un assistman di tale livello: “Per fortuna Vazquez resta. I tifosi possono stare tranquilli. Paulo ha il gol nel sangue, Franco ti mette la palla al bacio per andare in porta. Ho sempre ammirato i suoi colpi e i suoi slalom. Ne vedi pochi che toccano il pallone così”. Un motivo in più per sentire meno la pressione sulle spalle: “Il confronto con Dybala non mi fa paura. Sono qui per non farlo rimpiangere. Lui guadagnerà, dicono, cinque milioni lordi, li merita tutti. Il mio desiderio è di ripagare il Palermo come ha fatto lui. La società ha speso tanti milioni per me e l’Albinoleffe ne ha guadagnati. Non penso che un altro giocatore dell’Albinoleffe sia costato tanto. Nel mio piccolo, per loro, sono stato quello che Dybala rappresenta per il Palermo. Un pezzetto di futuro”.

Il presente, per Belotti, resta comunque roseo. Anche le recenti delusioni, su tutte il rigore fallito con l’Atalanta, sono ormai acqua passata: “Mi sono coperto la faccia quasi a nascondermi. Non voglio, non posso deludere la città, spero di rimediare al più presto. Il gol mi manca. Mi è dispiaciuto proprio contro l’Atalanta la squadra della mia città che mi ha bocciato… All’andata, sugli spalti c’erano tutti i miei parenti. Iachini mi fece entrare al 45′ del secondo tempo. L’ho presa maluccio perché avevo segnato contro il Sassuolo il gol decisivo, la settimana prima, entrato in campo sempre sul filo di lana e non mi aspettavo di finire fuori. Comunque, il conto con l’Atalanta resta aperto”. E da Iachini, nonostante l’errore, è arrivato l’ennesimo attestato di stima: “Prima di andarmene, mi ha detto cose che tirano su il morale, e cioè di non prendermela, che avevo giocato bene, che debbo continuare così. Poi, che gli dispiaceva perché alla prestazione mancava solo la firma del gol. Iachini mi ha migliorato in tutto, ora mi faccio rispettare. Vorrei segnare nelle ultime tre partite, è da tanto che non esulto mimando la cresta. E il gol per l’attaccante è la vita. Iachini può stare tranquillo: aiuterò la squadra e farò e segnerò. Senza fissarmi. Se arriva tanto di guadagnato. Corro e lo vado ad abbracciare”.


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