Club in rosso, Zamparini impone: | "Solo cessioni per sopravvivere" - Live Sicilia

Club in rosso, Zamparini impone: | “Solo cessioni per sopravvivere”

Bilancio in perdita e una gestione che ha generato nell'ultimo anno debiti per oltre 100 milioni. Il Palermo fa i conti con la crisi e con la retrocessione in B. Il presidente indica la rotta da seguire per risolvere una questione intricata: vendere i prezzi pregiati e valorizzare i giovani.

PALERMO – Zamparini fa scattare l’allarme rosso. Il Palermo è indebitato e l’unico modo per non correre rischi è quello di cedere i pezzi pregiati. Nell’ultima relazione di gestione, il patron rosanero ha messo in evidenza quelle che saranno le linee guida a cui il club dovrà attenersi nelle prossime stagioni: “La società sarà sul mercato molto più come venditrice che come acquirente – si legge nel resoconto pubblicato da Repubblica -. Le ipotesi di sviluppo della gestione dei prossimi anni, si basano sul parco giocatori esistente formato da molti giovani calciatori con grandi potenzialità di crescita”.

Il piatto piange, l’imperativo è mettere sul mercato i giocatori di maggiore talento, appetiti da club che potrebbero portare nelle casse della società di viale del Fante quella liquidità che rappresenterebbe ossigeno allo stato puro. È questa, infatti, la soluzione che secondo Zamparini “permetterà nel medio periodo di recuperare redditività e flussi di cassa positivi, mentre nel breve è realisticamente prevedibile un fabbisogno finanziario destinato a coprire l’impatto dei costi di gestione dell’anno precedente che non hanno subito una dinamica coerente con la riduzione consistente dei ricavi”.

Calano i ricavi e, come se non bastasse, ci pensano le cifre dell’ultimo bilancio a far correre un brivido lungo la schiena del patron. Un disavanzo pari a circa 28 milioni di euro che avrebbe potuto portare, addirittura, all’azzeramento del patrimonio. Il che avrebbe reso necessaria una ricapitalizzazione per 14 milioni o la messa in liquidazione della società. Una situazione drammatica, a cui il Palermo ha risposto con la cessione ad una controllata dello stesso club, la MePal, di licenze, strumenti informatici, marchio, arredi e impianti per un totale di 17 milioni. Il che ha garantito al sodalizio di poter disporre di una riserva di circa 25 milioni con cui si è provveduto alle perdite dell’ultimo bilancio.

Una mossa che, però, non è servita per porre rimedio a una gestione che ha generato nell’ultimo anno debiti per oltre 100 milioni. E allora il diktat presidenziale all’indirizzo dell’amministratore delegato Cardinaletti: vendere, vendere, vendere. La salvaguardia del club davanti a sogni e velleità, la salvezza che non è solo più una questione di classifica né di punti conquistati. Niente allarmismi ma tanta prudenza. Il periodo di recessione impone di tenere ben più che sotto controllo i conti. Nessuno strappo alla regola, assolutamente vietato il ricorso a follie di mercato. Nell’attesa che eventuali investitori possano avanzare proposte concrete per rimpiazzare, o affiancare, Zamparini (come più volte auspicato dallo stesso imprenditore friulano), il Palermo fa i conti con la crisi.


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