"Palermo, conti in sicurezza" | Il fallimento si allontana - Live Sicilia

“Palermo, conti in sicurezza” | Il fallimento si allontana

Secondo i consulenti del Tribunale, la società rosanero non è in "decozione".

I numeri del club rosanero
di
2 min di lettura

PALERMO – I conti del Palermo Calcio “non presentano segnali di un reale stato di decozione”. Le conclusioni della perizia disposta dal Tribunale di Palermo allontanano, forse definitivamente, lo spettro del fallimento per la società di viale del Fante.

I tre periti nominati dalla Sezione fallimentare hanno passato al setaccio i libri contabili giungendo a determinazioni opposte a quelle del consulente nominato dalla Procura della Repubblica. Saverio Mancinelli di Pescara, il palermitano Daniele Santoro e il docente universitario di Bologna, Angelo Paletta, si sono concentrati sui bilanci a partire dal 2013 fino ad oggi.

Si è passati da “un rischio di insolvenza” a uno “stato di incertezza” e infine, nel 2017, a una zona definita di “sicurezza”. C’è di più, la situazione del Palermo calcio si posiziona in una “fascia di positività” rispetto a tante altre società calcistiche del panorama nazionale. Il risultato è che il Palermo si è lasciato alle spalle una fase di crisi e oggi i conti sono buoni, anche grazie alle recenti operazioni portate avanti dal patron Maurizio Zamparini. Dagli undici milioni che Alyssa, società lussemburghese che fa capo alla famiglia Zamparini, ha versato per l’acquisto di Mepal (acronimo di Merchandising Palermo), ai debiti sanati con l’Agenzia delle entrate. Operazioni successive alla richiesta di fallimento.

I periti sottolineano la necessità di proseguire un’attività di sorveglianza affinché la situazione continui a mantenersi positiva. Concetto che richiama le parole del presidente rosanero, Giovanni Giammarva, il quale nei giorni scorsi aveva definito l’indagine uno stimolo per una maggiore trasparenza, pur contestando i risultati del consulente della Procura.

Lo stato di sicurezza del bilancio 2017 cozza con il quadro debitorio che il perito dell’accusa riteneva avesse superato i 60 milioni di euro. Una difformità che gli stessi periti ritengono sia dovuta al maggior numero di informazioni a cui hanno avuto accesso. Comunque sia lo spetto del fallimento si allontana. La “decozione”, infatti, è la condizione di insolvenza di un imprenditore che sia irreversibilmente incapace di assolvere le proprie obbligazioni, presupposto essenziale della dichiarazione di fallimento di un’impresa.

La parola passa ora al collegio composto dal presidente Giovanni D’Antoni, dal giudice delegato Giuseppe Sidoti e dal giudice anziano Raffaella Vacca.


Partecipa al dibattito: commenta questo articolo

Segui LiveSicilia sui social


Ricevi le nostre ultime notizie da Google News: clicca su SEGUICI, poi nella nuova schermata clicca sul pulsante con la stella!
SEGUICI