Palermo, le soffiate del carabiniere, gli incontri di notte

“C’è una telecamera”: le “soffiate” del carabiniere e gli incontri di notte

L'accusa dei pm: "Notizie riservate in cambio di soldi"

PALERMO – Venti minuti dopo l’una di notte del 29 ottobre scorso. Arrivano due uomini al volante di due auto. Si fermano in via Ugo Perricone Engel, nel rione Passo di Rigano. Scendono, chiacchierano, poi uno passa qualcosa all’altro. Secondo l’accusa, si tratterebbe di soldi. Uno spacciatore li avrebbe consegnati a Giuseppe Roccamatisi, 47 anni, appuntato in servizio presso la stazione Resuttana Colli di Palermo. Lo hanno arrestato lo scorso 2 gennaio.

Tre ai domiciliari, tre in carcere

Il tribunale del Riesame nei giorni scorsi ha concesso gli arresti domiciliari ad Angelo Bondì, Vincenzo Castrofilippo e Francesco Daniel Salute, accogliendo il ricorso degli avvocati Alessandro Musso, Maurilio Panci e Nico Riccobene. Restano in carcere invece Roccamatisi, Pietro Castrofilippo e Massimo Ferrazzano.

Emergono dettagli inediti dell’inchiesta. Spunti su cui la Procura continua a lavorare. Il carabiniere avrebbe rivelato informazioni su indagini in corso a cinque pregiudicati per droga. Lo avrebbe fatto in cambio di soldi. La cifra finora è stata quantificata in cinque mila euro, ma potrebbe essere parziale. “Siamo tutti a Pagliarelli a fine mese”, diceva uno di loro. Secondo i pm, aveva appena ricevuto una soffiata da Roccamatisi. C’era una “telecamera in piazza” e un’altra che inquadrava la casa dei Ferrazzano. Gli investigatori “sono messi che fanno fotografie, fotografie, fotografie”. Era ormai questione di tempo. Presto sarebbe scattato il blitz.

“Levare tutte cose”

L’indicazione sarebbe stata di “levare tutte cose” da un’abitazione nel rione Cep. Si parlava di soldi, una una sorta di “stipendio” – così lo definisce il giudice per le indagini preliminari Rosario Di Gioia – che sarebbe stato pagato con regolarità al carabiniere. Una volta a consegnare il denaro – 130 euro – sarebbe stata una bambina all’oscuro di tutto. La sua voce è stata registrata assieme a quella del militare, sorpreso che papà avesse mandato la piccola.

La difesa del carabiniere

I carabinieri avrebbero trovato il riscontro a quanto emerso dalle intercettazioni il giorno in cui, ad ottobre 2022, Massimo Ferrazzano finì coinvolto in un’altra inchiesta. La sua casa fu perquisita. In servizio – i suoi superiori lo fecero apposta – anche Roccamatisi che prese delle informazioni. Alcune erano false – ad esempio il coinvolgimento di un minorenne nello spaccio -, e finirono alle orecchie dei pusher collegati con Roccamatisi. “Quei soldi servivano per le bollette”, si è difeso il militare.

Mister X

Non tutti sono stati finora identificati. Poco prima del suo arresto, qualcuno provò a solleticarlo. Chi? Qualcuno che si muove allo Sperone, un delle principali piazze di spaccio della città.


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