PALERMO – C’è un’assenza forzata nella faraonica trasferta a Palermo del tycoon giapponese Kaoru Nakajima.
A cucinare per il miliardario al teatro Politeama, domenica sera, doveva esserci Mario Di Ferro, lo chef finito agli arresti domiciliari perché avrebbe smerciato droga a Villa Zito, il locale che gestiva in via Libertà.
Di Ferro e il contratto
Di Ferro aveva superato la prova, convincendo con i suoi piatti la delegazione di giapponesi venuta in avanscoperta per l’organizzazione. Firmò un contratto e incassò anche un lauto anticipo. Sulle cifre non c’è certezza. Il costo del banchetto organizzato dalla brigata di Villa Zito era di decine di migliaia di euro. L’acconto pagato, e che ora deve essere restituito, circa 25 mila euro. Per Di Ferro sarebbe stata un’altra stelletta nel curriculum dopo avere cucinato per due papi, Ratzinger e Francesco. Ed invece è finito nei guai giudiziari e l’organizzazione giapponese ha dovuto sostituirlo.
Di Ferro ha ricevuto l’avviso di conclusione delle indagini assieme agli altri indagati, preludio della richiesta del rinvio a giudizio.