Claudio Domino, 35 anni senza verità e quella "cosa che non doveva vedere"

Claudio Domino, 35 anni senza verità e quella “cosa che non doveva vedere”

Lo uccisero con un colpi di pistola. Il proclama di Bontate, l'intercettazione a San Lorenzo, poi il silenzio
LA COMMEMORAZIONE
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PALERMO – Trentacinque anni senza verità. Come si vive un tempo così lungo senza sapere chi è perché ha ucciso tuo figlio? È una tragedia nella tragedia quella che vivono i genitori di Claudio Domino, assassinato il 7 ottobre del 1986 con un colpo di pistola alla testa.

Ninni Domino e Graziella Accetta, Genitori di Claudio

Il padre Ninni gestiva un’azienda che si occupava delle pulizie all’interno dell’aula bunker del carcere Ucciardone di Palermo in cui si svolgeva il Maxiprocesso. Qualche tempo dopo i componenti di un clan di trafficanti di droga furono trovati morti. Si ipotizzò che potesse esserci un collegamento con l’assassinio di Claudio. Non si andò mai oltre.

Il proclama di Bontate

Un boss del calibro di Giovanni Bontate, fratello di Stefano, il principe di Villagrazia, prese la parola durante il Maxiprocesso per dire che Cosa nostra non c’entrava: “Siamo uomini, abbiamo figli, comprendiamo il dolore della famiglia Domino. Rifiutiamo l’ipotesi che un atto di simile barbarie ci possa sfiorare”. Il boss finì per confermare l’esistenza di un’associazione mafiosa unitaria. Voleva difendere l’onorabilità della mafia, dimenticando che fra le vittime innocenti dei boss ci sono tanti bambini.

Il dolore della madre e le iniziative

La madre di Claudio, Graziella Accetta, spiega che “ogni anno il 7 ottobre dopo la cerimonia davanti la lapide, la messa e il cimitero rientriamo a casa ci isoliamo dal mondo chiusi nel nostro dolore. Quest’anno è un anno diverso”. La trasmissione Atlantide, andata in onda su La 7, il 5 maggio scorso, ha tracciato una nuova pista investigativa, tirando in ballo Giovanni Aiello, l’ex poliziotto, oggi deceduto, e uomo di tanti misteri. Secondo alcuni collaboratori di giustizia, potrebbe essere stato lui l’esecutore materiale.

“Abbiamo deciso che dovevamo dare voce a nostro figlio e a tutti 108 bambini vittime innocenti di mafia – aggiunge la donna in un post sui social -. L’evento che sarà dedicato a tutti i bambini ha come titolo ‘Le Classi dai Banchi Vuoti’ perché a nessun bambino deve essere negato il diritto di sedersi in un banco scolastico o ad avere recisa la vita”.

Il programma

Per tre giorni saranno posizionati dei banchi sul sagrato della Cattedrale, uno per ogni bimbo ammazzato dalle mafie. Ecco il programma completo. Oggi alle 9 in via Claudio Domino “Una lettera per Claudio dagli alunni della Borgese-XXVII Maggio” e collegamento Facebook con il Giardino della memoria di Caselle Torinese. Poi alle 11.30 la messa in Cattedrale e dalle 12.30 sul sagrato della Cattedrale “Le classi dai banchi vuoti”.

Domani, venerdì 8 ottobre, a partire dalle 9, sul sagrato della Cattedrale “Le classi dai banchi vuoti”, incontro con i ragazzi delle scuole. Alle 10:30 “I pupi antimafia” di Angelo Sicilia, alle 111.30 “Il cuntu di Padre Puglisi” con Salvo Piparo.

Sabato 9 ottobre: dalle 9 sul sagrato della Cattedrale “Le classi dai banchi vuoti; alle 10.30 “Sport e legalità”, maestro Cristian Minuto Akiyama, Club Ju jitsu academy; alle 18 presentazione del libro “Al posto sbagliato” di Bruno Palermo, modera Roberto Greco.

Il sogno di una madre

“Quel giorno ho sognato che entravi in fila in Cattedrale con tanti altri ragazzi, eri vestito come un cadetto dell’Annunziatella di Napoli – scrive la mamma -, pantaloni bianchi camicia bianca e giubbino celeste, che spettacolo bellissimo eravate tutti insieme, nel sogno mi dicevi: ‘Adesso sono un Cadetto di Dio però quando tu mi mi vuoi vedere chiamami chiederò il permesso e verrò da te e da papà'”.

“I semini se li tratti con amore non muoiono mai, e voi piccoli semini fino a quando sarete ricordati sarete per sempre vivi. La terra di Claudio la Sicilia è terra di amore di arte di cultur, di bellezza di paesaggi di sole di mare di legalità di sport, rispettando tutte le normative ministeriali Covid vi aspettiamo veniteci a trovare nel bellissimo sagrato della Cattedrale E come diceva sempre Claudio VIVA LA VITA”

“Ha guardato una cosa che non doveva guardare”

Lo scorso maggio Graziella e Ninni Domino sono stati ricevuti dal procuratore di Palermo, Francesco Lo Voi, dall’aggiunto Salvatore De Luca e dal sostituto Giovanni Antoci. Trentacinque anni e nessuna verità. Dopo le parole di Bontate, a distanza di oltre 20 anni, nel 2011 Giovanni Li Causi di San Lorenzo fu intercettato mentre parlava del bambino, transitando davanti al luogo in cui fu assassinato (la strada porta oggi il suo nome): “Qua era quando hanno ucciso il bambino… per la mafia, Domino, questa macchina dopo dopo due giorni l’hanno portata da noi in officina era piena di sangue… dodici anni aveva il bambino ha guardato una cosa che non doveva guardare”. Non è mai stata fatta chiarezza fino in fondo sulle parole di Li Causi. Sapeva davvero qualcosa o le sue erano solo supposizioni?

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