Palermo, con la Lazio è dura| Biancocelesti tabù da sfatare - Live Sicilia

Palermo, con la Lazio è dura| Biancocelesti tabù da sfatare

Foto ANSA

Nelle ultime due stagioni sette gol subiti e nessuno segnato ai biancocelesti al "Barbera".

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PALERMO – Quando in Sicilia, da almeno due stagioni a questa parte, arriva la Lazio per il Palermo son dolori sia in termini di risulato che di contenstazioni da parte del pubblico del ‘Barbera’. Ecco che quella di domenica a ora di pranzo contro i biancocelesti di Simone Inzaghi giunge nel momento peggiore della gestione De Zerbi che, reduce da sei sconfitte di fila, cerca di risalire la china proprio contro la lanciatissima squadra biancoceleste. A far storcere il naso alla tifoseria sono i precedenti delle ultime annate che hanno visto i laziali tornarsene a casa quasi sempre a bottino pieno e subendo pochissimo.

Per comprendere la portata di quello che ormai si è trasformato in un vero e propio tabù per i rosanero bisogna tornare all’ultima vittoria dei siciliani nella massima serie contro la Lazio datata 19 febbraio 2012. In quell’occasione gli uomini allenati da Bortolo Mutti s’imposero con un netto 5-1 (i gol di Barreto, Donati, Silvestre, Budan e Miccoli, quello della bandiera biancoceleste di Kozak, ndr). Da quel match di quattro anni fa un pareggio e due vittorie di fila per la Lazio non contando l’anno di assenza dei rosanero dalla serie A per via della retrocessione che arrivò nella stagione in cui al ‘Barbera’ il Palermo impattò 2-2 perdendo due punti fondamentali per la salvezza e sopratutto venendo riacciuffato nel finale da un rigore di Hernanes dopo che Arevalo Rios e Paulo Dybala ribaltarono la rete iniziale di Floccari.

Ma le batoste più recenti arrivano successivamente al ritorno dei rosanero in serie A. La prima con Beppe Iachini in panchina il 29 settembre del 2014, uno 0-4 senza appello che apre difatti la prima crisi fra il tecnico di Ascoli Piceno e il patron Zamparini, con mattatore assoluto il serbo Djordjevic che in una sola serata supera Sorrentino in ben tre occasioni. In mezzo alle giocate d’alta classe della ancora acerba coppia Vazquez-Dybala i biancocelesti di Stefano Pioli misero poi il punto esclamativo con la rete di Parolo nel finale che fece esplodere il disappunto del pubblico di casa, dopo una stagione d’applausi seguito alla promozione, con un tappeto di fischi per i suoi giocatori. L’ultimo incrocio, e forse ancora doloroso nella mente dei sostenitori di fede rosanero, è quello del 10 aprile di quest’anno.

Il Palermo, passato nelle mani di Walter Novellino dopo una giostra di esoneri che porterà successivamente al ritorno di Davide Ballardini, subisce il maggior talento e l’esperienza degli uomini allenati per la prima volta da Simone Inzaghi, promosso dalla Primavera alla prima squadra proprio in occasione del match con i rosanero, che fa un figurone grazie ad un doppietta dell’inossidabile Miroslav Klose e al sigillo del brasiliano Felipe Anderson. Quella giornata però, macchiata da scontri fra sostenitori delle due squadre ancor prima dell’inizio del match, verrà ricordata per le intemperanze della curva nord da cui partirono durante la gara materiale pirotecnico che costrinse l’arbitro a sospendere le ostilità in più d’una occasione. Da lì la gara a porte chiuse con l’Atalanta e la lenta risalita verso quella che sarebbe stata una sofferta salvezza. Adesso, che la situazione di classifica è pari se non peggiore rispetto a quella della passata stagione, al gruppo di De Zerbi è richiesta una prestazione super per sfatare il tabù biancoceleste.


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