PALERMO – Non c’è pericolo di fuga. Nonostante la condanna per mafia il Tribunale del Riesame ha scarcerato i fratelli Gaetano e Giovanni Fontana. Accolti i ricorsi degli avvocati Jimmy D’Azzò, Monica Genoese e Vincenzo Giambruno.
ll 14 ottobre scorso la corte presieduta da Vittorio Anania aveva ribaltato il verdetto di assoluzione emesso in primo grado. Gaetano Fontana era stato condannato a 11 anni, il fratello Giovanni a 10 ed erano stati arrestati nella notte a Milano su richiesta della Procura generale.
Ad impugnare l’assoluzione erano stati i pubblici ministeri Giovanni Antoci e Maria Rosaria Perricone. Dopo il verdetto la procuratrice generale Lia Sava e il sostituto Maria Teresa Maligno avevano chiesto e ottenuto l’applicazione di una misura cautelare ritenendo concreto il pericolo di fuga basato sul ruolo importante dei due imputati nell’associazione mafiosa.
La Corte aveva accolto la richiesta. Nel provvedimento si parlava di “stabili relazioni, mai recise con esponenti anche di vertice del gruppo criminale di riferimento, quello della famiglia palermitana dell’Acquasanta“.
Ed ancora: “I Fontana hanno stabilito i loro interessi economici soprattutto nella città di Milano dove risulta una cospicua disponibilità finanziaria non del tutto intaccata dai sequestri fin qui eseguiti così da poter contare su una capacità economica tale da assicurare una fuga anche all’estero”.
E così dopo la sentenza era scattato l’arresto. Ad eseguirlo i finanzieri del Nucleo speciale di polizia valutaria. Ora il Riesame ha ritenuto che il pericolo di fuga non c’è, anche se non si conoscono ancora le motivazioni. E i due fratelli sono di nuovo liberi.