PALERMO – “Tu come sei combinato con le provette? Te lo dico perché questi infermieri che l’hanno utilizzate hanno a che fare pure con voi… io sono preoccupato se girano a te”, diceva il dirigente dell’Asp Francesco Cerrito dialogando con Mario Lupo.
Le provette “scadute”
L’Asp aveva scoperto che le provette fornite da un’impresa erano scadute e Cerrito era preoccupato che la vicenda coinvolgesse anche la Adi24, onlus che si occupa delle cure palliative di cui Lupo è stato presidente fino al suo arresto. Finito in carcere si è dimesso.
La Adi24 aveva usato lo stesso materiale sanitario. “Vatti a controllare, perché questa (una funzionaria ndr) che mi disse… è Adi scarl eh…”, lo metteva in guardia Cerrito. Un istante dopo Lupo passava una busta che Cerrito infilava nella tasca del giubbotto. Pochi dubbi da parte degli investigatori: erano soldi. “Tu sei una persona speciale per me”, diceva Lupo.
Le “soffiate” del dirigente sono considerate dalla Procura di Palermo uno degli atti contrari ai doveri di ufficio commessi da Cerrito in cambio di tangenti.
Lupo corse ad infornare un dipendente dell’Adi scarl: “Dicci di stare accura che per ora stanno mandando i Nas a controllare i depositi… dicci Darietto se ci sono cose scadute che li butti subito”.
E i soldi diventavano “pillole”
Giorni dopo la soffiata sarebbe stata ricompensata. Cerrito e Lupo si incontrarono in via Notabartolo. “Ho portato le pillole… tu devi prendere queste di qua sono buonissime ricordatelo questi sono praticamente per lipidi – diceva Lupo -. Franco vedi che ho pensato alla tua salute, questa è antidolorifico. E ridendo continuava: “A me ha fatto un bene dell’anima”.
“Io ti sto avvisando” della visita del Nas
Una mattina di luglio Cerrito avvertì Lupo di avere ricevuto nel suo ufficio la visita dei carabinieri del Nas, i quali stavano i quali stavano svolgendo delle indagini sull’operato di due aziende convenzionate con l’Asp, tra cui la Adi Scarl.
Lo scopo delle indagini, originate da una denuncia, consistevano nel verificare se le ditte impiegassero dei massoterapisti, categoria bandita dall’Asp per svolgere assistenza domiciliare integrata, al posto di medici fisioterapisti.
“Io ti so avvisando”, disse Cerrito. Lupo aveva avuto conferma dei controlli anche da un’altra fonte: “A me mi chiamarono da Corleone, l’amico di Corleone.. come si chiama.. il referente tuo di Corleone dell’Asp, un bravo picciotto”.
La “rogna” con la Samot
In precedenza c’era stata un’altra “rogna” con la Samot. Una funzionaria avvertì Cerrito che “praticamente che è successo hanno ritirato un’unità di sangue il 9 aprile per un paziente terminale di Termini Imerese… questo cristiano praticamente muore il giorno dopo… I’unità di sangue anziché riportarla subito da noi… ce l’hanno restituita dopo 15 giorni… quindi non sapendo questi dove l’hanno tenuta, come l’hanno conservata che cazzo di fine ha fatto questa unità… I’hanno dovuta eliminare”.
“Lo so che è una cosa grave a me lo dici” ammetteva Lupo ad un suo collaboratore. La conseguenza sarebbe stata la sospensione a tempo della Samot. Provvedimento che era stato adottato in precedenza nei confronti un’altra ditta: “No assolutamente no, la sospensione si può fare quando come l’altra volta hanno messo il sangue su provette quelle per i test incrociati su provette scadute quello si”.
La funzionaria che aveva scoperto il caso scrisse una nota che Cerrito lesse a Lupo: “… con la presente si formalizza la grave non conformità verificatasi il 24 aprile ultimo scorso… si rimette al direttore del dipartimento… l’immediata sospensione dell’attività trasfusionale a carico della Samot per la provincia di Palermo… effettuerà audit specifico… mamma mia…”.
La strada dello sospensione appariva la sola praticabile. Ecco il suggerimento di Cerrito a Lupo per non patire conseguenze economiche: “Quello che vi voglio dire, tra oggi e domani, fatene (trasfusioni ndr) quanto più ne potete fare fatene”. La questione fu affrontata nel corso di una riunione all’Asp. La punizione fu più blanda di quanto, secondo la Procura, avrebbe dovuto essere. Sospensione delle trasfusioni per “un paio di giorni” diceva Lupo. “Un battito di ali di farfalla”, aggiungeva soddisfatto per il bassissimo impatto dello stop. Da stamani Lupo e Cerrito si trovano agli arresti domiciliari.

