31 Dicembre 2022, 06:07
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PALERMO – Si chiude per la città di Palermo un 2022 che le ha fatto cambiare volto, che ha portato al cambio del sindaco con la nomina di Lagalla e al ritorno in Serie B del club rosanero, con conseguente passaggio di proprietà e con l’acquisizione da parte del City Group, ma non solo. Andiamo a ripercorrere l’anno che terminerà oggi con alcune notizie che hanno segnato la città.
Si inizia, naturalmente da gennaio. L’anno si è aperto, così come si è chiuso, con un restringimento sul ponte Corleone nelle giornate del 3 e 4 gennaio, per dei controlli da parte della ditta ‘Icaro progetti’, controlli che causarono alcuni disagi ai cittadini, ma che fortunatamente furono superati in fretta. Un giorno dopo, il 5 di gennaio, il Teatro Massimo, invece cambiava sovrintendente con la nomina del compositore Marco Betta, che succedette a Francesco Giambrone, approdato al Teatro dell’Opera di Roma. L’ex sindaco Orlando, nel frattempo, doveva fare i conti con il piano di riequilibrio che, come dichiarava lo stesso, andava rivisto e riscritto tramite un confronto in consiglio comunale. Il piano di riequilibrio, però, non è mai stato rivisto e approvato, con il bilancio preventivo 2022-2024 approvato soltanto quattro giorni fa dall’amministrazione Lagalla, subentrata nello scorso giugno.
Mentre l’ex sindaco Orlando cercava, in qualche modo, di rimettere in carreggiata il comune doveva, comunque, fare i conti con i problemi gestioni e non solo. Tra quelli che sono sbucati negli ultimi sei mesi della sua legislatura c’è stato anche la chiusura di Villa Niscemi a causa della legionella, con la riapertura che non è ancora stata fissata.
In più la polizia, che il 10 gennaio accoglieva Marco Basile nominato nuovo capo della squadra mobile, il 15 gennaio arrestava l’infermiera Giorgia Camarda, che prestava servizio all’hub vaccinale della Fiera del Mediterraneo, per vaccini falsi.
Il mese di febbraio si è aperto con una triste notizia per gli appassionati calcio e non solo, perché l’1 febbraio si è spento l’ex amato e odiato presidente del Palermo Maurizio Zamparini. Con lui alla guida il club di viale del Fante, dopo il ritorno in Serie A, ha sfiorato vette inimmaginabili prima, con la qualificazione in Coppa Uefa e la finale di Coppa Italia a Roma, peccato che molti lo ricorderanno solo come il presidente del fallimento del club rosanero. Nello stesse mese arrivò anche la condanna per gli Mimmo Russo e Giovanni Geloso. I due, ormai non più consiglieri del comune del capoluogo, furono condannati per dei rimborsi ricevuti per delle prestazioni lavorative non vere, almeno così disse il tribunale.
Un mese dopo la morte di Zamparini arrivò l’assoluzione per Giovanni Giammarva, che per un periodo guidò il club come presidente. Il commercialista finì sotto processo perché, secondo chi indagava, era a conoscenza della falsità del credito Alyssa (società creata da Zamparini per vendere il marchio del club senza che questa versare mai il denaro, con la cessione dei diritti che fu iscritta in bilancio per 40 milioni). Nei giorni successivi si consumava, nel quartiere Brancaccio, l’omicidio di Natale Caravello ucciso dal 20enne Alessio Sammarco.
Ad aprile un’inchiesta scuote il Policlinico di Palermo a causa di alcuni concorsi truccati. In due sono finiti dietro le sbarre, altri 11, tra primari e medici, sono gli indagati. Nessuno di loro potrà esercitare la professione per un anno. L’indagine scattò nel giugno 2019, dopo la denuncia presentata da un concorrente escluso. Qualche settimana dopo arrivò, da parte della Cassazione, la confisca definitiva dei beni nei confronti dell’imprenditore Giuseppe Ferdico, beni per un valore da 100 milioni di euro.
Un mese dopo, a maggio, arrivò un’altra confisca milionaria. Questa volta ad essere colpito fu Carmelo Lucchese che, secondo gli investigatori sarebbe diventato il re dei supermercati “sotto l’ala protettiva di Cosa Nostra”. Gli investigatori del Nucleo di polizia economico-finanziaria di Palermo hanno stimato il valore dei beni in 150 milioni di euro, compresi 13 supermercati a marchio Conad e Todis che nel frattempo sono stati ceduti a terzi dall’amministrazione giudiziaria e proseguono l’attività. In confisca va il ricavato ottenuto dalla vendita. Nel frattempo la città di Palermo si preparava al trentennale delle stragi. Per questo ai Quattro Canti venne installata “Elisa”, una scultura animata realizzata da Arcangelo Sassolino, movimentata da un generatore idraulico che spinge a intervalli casuali un braccio meccanico contro il suolo. Emette un suono minaccioso e imprevedibile proveniente dall’urto con la durezza del cemento, che viene dilaniato dalla potenza della macchina. L’opera creò molto malumore tra i cittadini, al punto tale che quando fu smontata hanno quasi esultato. Le stesse discussioni le ha create la ‘Rosa dei venti’ opera realizzata dai maestri artigiani di Confartigianato, in cotto maiolicato, e posizionata in via Emerico Amari che si estende per cento metri quadrati.
Il mese di giugno, invece, può essere considerato il mese del cambiamento per la città di Palermo. Il 12 giugno si sono svolte le elezioni amministrative e la città ha eletto sindaco Roberto Lagalla, che succede a Leoluca Orlando che ha guidato il capoluogo per oltre vent’anni. L’ex Rettore, eletto al primo turno con il 47,68% di voti, ha superato Franco Miceli, candidato del centro sinistra e del M5S (29,55%) e Fabrizio Ferrandelli, di Azione e +Europa (14,2%). Nella stessa giornata il Palermo disputava la finale playoff per il ritorno in Serie B contro il Padova. La concomitanza creò qualche problema alle urne. Molti seggi, infatti, rimasero chiusi a causa dell’assenza dei presidenti e degli scrutinatori, che decisero di andare allo stadio e per questo sono in corso delle indagini da parte delle forze dell’ordine per interruzione di pubblico servizio. Durante la campagna elettorale non mancarono le polemiche, con i candidati Pietro Polizzi e Francesco Vella, della coalizione di Lagalla finiti in manette per possibile voto di scambio e lo stesso sindaco accusato di essere appoggiato da Cuffaro e Dell’Urti. Mentre il mese di giugno si avviava alla conclusione le forze dell’ordine dovevano fare i conti con l’omicidio di Giuseppe Incontrera, freddato tra le vie della Zisa poco dopo le 8 del mattino del 30 giugno.
Luglio non fu certo un mese di ‘relax’ per gli investigatori, che smascherarono un giro di capolarato. Delle ragazze nigeriane sarebbero state reclutate nei centri di accoglienza e costrette a spaccarsi la schiena per una miseria all’interno di alcuni hotel. Gli indagati sono ben cinque. A metà luglio, dopo anni di stop dovuti al covid, tra le vie di Palermo è tornato il Festino della patrona Santa Rosalia, messo in piedi in pochissimi giorni dall’amministrazione anche grazie al supporto delle associazioni di categoria. Nello stesso mese il Palermo, che nel frattempo era approdato in Serie B, cambiava proprietà e passava al City Football Group, che fa capo allo sceicco Mansour e che detiene oltre 10 club di calcio al mondo, con il Manchester City che fa da “capo famiglia”.
Ad agosto è tornata, purtroppo, la scia di sangue. Questa volta la morte ha raggiunto il giovanissimo Vincenzo Trovato, accoltellato vicino il lungo mare di Balestrate nella notte dell’11 agosto da Gianvito Italiano. Da quanto trapelato sembra che l’accoltellamento abbia fatto seguito ad una rissa scoppiata qualche minuto prima.
A settembre, come sempre, si torna tra i banchi e questo non è notizia ormai da anni. A Palermo, invece, ha tenuto banco la notizia di un possibile strupo avvenuto ai danni di una ragazza. La vittima ha raccontato di aver conosciuto un uomo, durante una sera, tra le vie della Vucciria, lo stesso si è proposto di riaccompagnarla a casa ma prima si sarebbe fermato lungo un parcheggio di via Ugo La Malfa, dove si sarebbe consumato lo stupro.
Ad ottobre è arrivata la condanna per Pietro Morreale, accusato di aver ucciso la fidanza Roberta Siragusa nella notte fra il 23 e il 24 gennaio 2020. Le telecamere di sicurezza ripresero la scena dell’auto di Morreale sul luogo dell’omicidio, anche se il corpo della 18enne fu ritrovato in un dirupo il giorno dopo.
A novembre, dal Tribunale di Palermo arriva una condanna. 7 anni e mezzo per un uomo, accusato dal nipote di dieci anni che raccontò alla nonna che lo zio faceva le “cose porche”. La violenza sessuale sarebbe maturata nel contesto della separazione dei genitori che vivevano in un quartiere popolare delle vecchia Palermo. Mamma e papà avevano l’affidamento congiunto del piccolo. Il fratello della madre avrebbe approfittato della sua innocenza.
L’ultimo mese dell’anno si chiude con un sequestro da 800 mila euro di beni sequestrati dalla sezione Misure di prevenzione del Tribunale di Palermo a Nicolò Testa, capo della famiglia mafiosa di Bagheria e imprenditore. Un imprenditore edile che sbaragliava la concorrenza.
Testa è finito in carcere per mafia nel 2015. Due anni dopo, le nuove accuse per droga. A questo si aggiunge la triste morte di Giovanna Bonsignore di 44 anni, volontaria dell’associazione Archè, uccisa da Salvo Patinella, 41 anni, con il quale aveva una storia da 7 anni e dal quale voleva separarsi. La donna era madre di una quindicenne avuta insieme all’ex marito. Mentre Villabate, e non solo, piange la donna di 44 anni, la città di Palermo si prepara al ritorno del concerto di capodanno, con Francesco Gabbani ospite di punta della serata condotta dal comico Sergio Friscia.
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31 Dicembre 2022, 06:07