Palermo, droga allo Sperone: un esercito di 57 imputati

Palermo, droga allo Sperone: un esercito di 57 imputati

Le dosi conservate nelle camerette dei bambini. I soldi contati davanti ai figli

PALERMO – Le prove sono ritenute evidenti. Giudizio immediato per i 57 imputati del processo nato dal blitz anti droga allo Sperone del 2 novembre scorso. Lo ha deciso lo scorso 17 dicembre il giudice per l’udienza preliminare Antonella Consiglio, accogliendo le richieste dei pubblici ministeri Bruno Brucoli e Giiorgia Spiri.

Il processo inizierà i prossimo 4 aprile. Questi gli imputati: Gianluca Altieri, Paolo Altieri, Andrea Argeri, Paola Balistreri, Giuseppe Balistreri, Cristian Balistreri, Calogero Benigno, Cristian Biscotto Volo, Stefano Bologna, Mario Brancatello, Michele Bravo, Salvatore Calafiore, Alessandra Cannizzo, Christian Catanzaro, Giovanni Chifari, Raffaele Costa, Stefano Costa, Rosario Cozzo, Marco Cucina, Davide Di Carlo, Pietro Di Paola, Salvatore Di Pietra, Davide Dispensa, Roberta Emanuele, Giorgio Federico, Benedetto Giuliano, Nicolò Giustiniani, Antonino Leto, Giorgio Leto (classe ’94), Giorgio Leto (classe ’92), Giuseppe Lo Coco, Lorenzo Lonardi Rotolo, Riccardo Machì, Angelo Mangano, Rosalia Mantegna, Maria Mangiapane, Marco Marcenò, Pietro Paolo Marino, Gandolfo Emanuel Milazzo, Gabriele Mistretta, Antonino Nicosia, Francesco Paolo Nuccio, Fabrizio Nuccio, Giovanni Nuccio, Franco Pantaleo, Michele Pantaleo, Alessio Sammartino, Claudio Savoca, Bendetto Scafidi, Cinzia Selvaggio, Alessio Serio, Andrea Serio, Roberto Serio, Umberto Felice Tumminia, Marcella Tuttoilmondo e Rosario Vitrano.

Secondo la ricostruzione della Procura e dei carabinieri, la droga veniva conservata persino nelle camerette dei bambini. Le bustine confezionate e i soldi contati sotto gli occhi dei figli. Interi nuclei familiari erano coinvolti nella filiera dello spaccio nel quartiere sperone di Palermo. Baby pusher correvano in giro per le strade del quartiere in bici per consegnare le dosi di droga.

Alcuni genitori ora rischiano di perdere i propri figli. La Procura per i minorenni vorrebbe affidarli a delle comunità per toglierli dal degrado in cui hanno vissuto. Non tutti sono d’accordo, come il parroco dello Sperone.


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