Palermo e il "sinnacollando"|un amore che non sfiorisce - Live Sicilia

Palermo e il “sinnacollando”|un amore che non sfiorisce

Il clamoroso exploit di Leoluca Orlando, che conferma la lunga storia d'amore di Palermo con il suo “sinnaco”, era nell'aria da un pezzo. L'ex sindaco in campagna elettorale ha capovolto le regole del gioco: in una sfida in cui tutti i competitor si affannavano a mostrarsi più nuovi degli altri, Orlando ha puntato tutto sull'essere “vecchio”. E ora lo scenario politico regionale dovrà fare i conti col ciclone Orlando. Un terremoto che mette in discussione gli schemi presi in considerazione fin qui per le prossime regionali.
Palermo 2012
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“Orlando va come la Tav”. L’sms risale alla settimana scorsa e circolava tra esponenti politici non vicini al Professore. Il clamoroso exploit di Leoluca Orlando, che conferma la lunga storia d’amore di Palermo con il suo “sinnaco”, era nell’aria da un pezzo. “Orlando a Palermo è una religione”, sintetizzava l’altro giorno una militante grillina commentando la campagna elettorale a taccuini chiusi. Sì, forse. Di certo c’è che il Professore ha fatto irruzione nella campagna elettorale con effetto deflagrante: le prime proiezioni lo danno oltre il 40 per cento. Se il risultato finale anche solo si avvicinerà a questo, è evidente che si tratta di un’enormità politica.

L’ex sindaco in campagna elettorale ha capovolto le regole del gioco: in una sfida in cui tutti i competitor si affannavano a mostrarsi più nuovi degli altri, Orlando ha puntato tutto sull’essere “vecchio”, e quindi esperto, competente e affidabile. Con una strategia di comunicazione particolarmente felice, il sinnacollando si è proposto come “usato sicuro” ai palermitani da sempre sensibili all’adagio “megghiu u tintu canusciutu”. Lo ha aiutato senz’altro il raffronto tra gli anni dell’amministrazione Cammarata e quelli della primavera, trasfigurati ormai nella memoria di molti palermitani come un’età dell’oro perduta. Il resto lo ha fatto la nuova legge elettorale: il Pd l’aveva pensata per battere la destra, ma a Palermo gli si è ritorta contro come un boomerang. Il mancato trascinamento delle liste, infatti, ha permesso alla corsa solitaria di Orlando un risultato clamoroso, forse impensabile vigente la precedente legge elettorale. Un risultato che a Palermo suona come un funerale dei partiti, sacrificati sull’altare di un personalissimo rapporto tra un uomo e la sua città.

Adesso al ballottaggio (se ci sarà, visto che a ogni proiezione il dato di Orlando cresce)  il Prof parte da favorito e al suo sfidante toccherà il compito di non limitarsi al ruolo di sparring partner. Poi, certo, toccherà governare, senza una lira nelle casse comunali. Nel frattempo, però, lo scenario politico regionale dovrà fare i conti col ciclone Orlando. Un terremoto che mette in discussione gli schemi presi in considerazione fin qui per le prossime regionali.


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