Palermo e la munnizza: quelle colpe che non sono solo della Rap - Live Sicilia

Palermo e la munnizza: quelle colpe che non sono solo della Rap

Perchè il capoluogo non riesce a guarire dall'emergenza?

A rischio di apparire un ingenuo oppure uno poco avvezzo a documentarsi con la necessaria solerzia faccio una domanda che probabilmente non troverà risposta: perché a Palermo, la quinta città d’Italia, l’emergenza rifiuti è ormai ordinarietà consolidata specialmente durante le festività? Perché, nonostante una tassa salata (la Tari), con cui i cittadini finanziano i costi del servizio di raccolta e smaltimento della spazzatura, non riusciamo mai ad avere una città pulita senza continui “piani di recupero” per smaltire gli eterni arretrati in ogni angolo della città?

Sia chiaro, siamo ben consapevoli della responsabilità da ascrivere ai ritardi della Regione Siciliana e al comportamento incivile di molti palermitani – evasione della Tari, mancato rispetto delle regole di conferimento dell’immondizia, indisponibilità a una corretta raccolta differenziata, abitudine a sporcare strade e marciapiedi fino alla creazione di autentiche discariche a cielo aperto – ma è sulle responsabilità della Rap (Risorse Ambiente Palermo), l’azienda a capitale pubblico del comune di Palermo incaricata della raccolta e dello smaltimento dei rifiuti, che vogliamo puntare l’attenzione. Riportiamo, qui di seguito, l’esatta descrizione dei compiti assegnati sul sito del Comune: “La Società (Rap) svolge le attività afferenti ai servizi di raccolta e igiene ambientale (raccolta indifferenziata, differenziata, spazzamento, smaltimento)…ed inoltre i servizi di sanificazione, derattizzazione e disinfestazione di aree di proprietà pubblica e/o private ad uso pubblico. RAP garantisce, quindi, il corretto recupero e trattamento di tutti i rifiuti raccolti nella città di Palermo e si propone di realizzare una gestione virtuosa del ciclo integrato dei rifiuti e l’incremento della raccolta differenziata con conseguente aumento dei ricavi e contenimento dei costi”.

Bene, anzi, male se guardiamo alla triste realtà che da decenni si presenta dinanzi ai nostri occhi ben lontana dalla superiore rappresentazione. Quali sono le cause della perenne condanna emergenziale riguardante il tema dei rifiuti? Cosa ci impedisce di organizzarci allo stesso modo virtuoso di altre città italiane ed europee superando le immancabili forme di scarsa collaborazione dei cittadini? Alta evasione fiscale relativa alla Tari? Conflitti di natura finanziaria con l’amministrazione comunale? Gravi omissioni delle istituzioni regionali che di fatto favoriscono le discariche private? Carenza di personale? Attrezzature e parco mezzi insufficienti? Criminali strategie di boicottaggio? Sull’inciviltà conclamata dei panormiti possiamo dire che piove sul bagnato, più la città è sporca più il palermitano sporca, tanto un pezzo di carta gettato per terra in mezzo alla sporcizia che differenza fa?

È sulle altre possibili cause del disastro che la Rap deve assumere delle iniziative risolutive. Iniziative che devono essere sostenute dal sindaco e dal consiglio comunale, in caso contrario io da presidente della Rap mi dimetterei per non farmi trascinare nel gorgo delle critiche. Battaglia seria contro l’evasione della Tari e le illecite azioni di disturbo e sabotaggio, aumento della dotazione organica e incremento dei mezzi necessari alla raccolta, allo spazzamento e al trattamento dei rifiuti, controllo rigoroso sull’osservanza dei propri doveri da parte degli operatori aziendali. Insomma, non si può continuare così, non si può accettare l’attuale condizione di degrado ambientale con la rassegnazione di chi in cuor suo se la prende con il fato. La colpa non è del destino che si accanisce su Palermo e sulla Sicilia in genere. Ma questo lo sappiamo già, vero?


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