Il prete dal passato turbolento, la droga, il giallo dei soldi in contanti

Il prete dal passato turbolento, la droga e il giallo dei 35 mila euro

L'arresto del cappellano del carcere di Enna. Originario di Villabate ed ex carabiniere

PALERMO – Condannato per furto, ex carabiniere e infine prete. Una parabola insolita, soprattutto alla luce della nuova tappa che fa a pugni con la vita sacerdotale, quella del cappellano arrestato perché portava la droga all’interno del carcere di Enna.

Le indagini vanno avanti. Si parte dalle sim telefoniche e dagli appunti trovati nella stanza del prete. Forse c’è la traccia che porta ai soldi – si parla di 35 mila euro – che aveva in contanti.

Mercoledì mattina padre Rosario Buccheri, 49 anni, ha finito di parlare con un detenuto che nascondeva nelle mutande 75 grammi di hashish avvolti in un sacchetto di cellophane. Buccheri ha confessato. È stato lui a dargli la droga.

Il cappellano, originario di Villabate, in provincia di Palermo, faceva il carabiniere. Nel 2002 si è congedato ed è entrato dell’ordine dei frati minori conventuali. Si era rimesso sulla retta via dopo una condanna per furto rimediata nel 1992.

E sono proprio gli arnesi da scasso i primi oggetti rivenuti durante le perquisizioni. Nella sua Toyota Yaris il prete nascondeva un piede di porco, una cesoia, un martello frangivetro e un passamontagna. Gli agenti del Nucleo investigativo della polizia penitenziaria hanno perquisito anche la sua cella nel convento di San Francesco di Assisi, in piazza Vittorio Emanuele.

C’erano una pistola calibro 38 con matricola abrasa, un fucile a canne mozze, scatole di cartucce e proiettili, un taser, coltelli, sciabole, carte di credito e postepay, decine di sim telefoniche. E poi ci sono soldi, tanti soldi: probabilmente 35 mila euro in contanti.


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