PALERMO – I giudici della corte d’appello, presieduti da Adriana Piras, hanno assolto dirigenti e funzionari della motorizzazione e condannato due responsabili di un centro di revisione accusati a vario titolo di concussione, abuso di ufficio e falso.
Assolti il dirigente della motorizzazione Tommaso Cusumano e il dirigente Pietro Cerniglia, mentre i responsabili di un centro di revisione Angelo e Salvatore Valenti sono stati condannati a 3 anni e 3 mesi. Gli imputati erano difesi dagli avvocati Giuseppe Lombardo, Marco e Nino Zanghì e Antonino Tramuta.
In primo grado Cerniglia era stato condannato a 4 anni di reclusione, 3 anni e 8 mesi per Angelo e Salvatore Valenti e un anno per Cusumano. Per Giuseppe Di Via, altro funzionario, era scattata già la prescrizione.
Secondo le indagini Cerniglia avrebbe contestato l’efficienza di alcune attrezzature per la revisione e avrebbe costretto i titolari delle officine a cambiare i macchinari favorendo una ditta di Carini che le produceva.
Cerniglia sarebbe stato accusato anche di non avere revocato l’autorizzazione dell’officina Valenti e di non averli denunciati per avere fatto delle false revisioni. Non così per i legali che hanno dimostrato l’estraneità del loro assistito ai fatti contestati. A Cerniglia sono state revocate le pene accessorie. Ai due Valenti sono state contestate nell’inchiesta 104 revisioni che non sarebbero mai state effettuate, pur risultando inserite nel centro elaborazione dati della motorizzazione civile.
Cusumano era stato accusato di avere liquidato alcune missioni di Cerniglia che il dirigente si sarebbe autoattribuito e di avere consentito ad alcune officine di continuare a fare revisioni nonostante non fosse stato verificato che perdurasse il possesso dei requisiti che consentono l’esercizio di queste attività.