Palermo, 'falsi invalidi': nuove accuse ad Agostino Genova

Palermo, pensioni e “falsi invalidi”: nuove accuse ad Agostino Genova

Agostino Genova
Avviso di garanzia. Spuntano altri casi

PALERMO – C’è un nuovo avviso di garanzia per Agostino Genova, ex direttore all’Ufficio invalidità dell’Asp di Palermo. La Procura gli contesta sei nuovi episodi di corruzione per altrettante pratiche agevolate in cambio di mazzette. Genova è indagato in concorso con chi, pagando, avrebbe viaggiato su una corsia preferenziale. Gli è stato notificato un avviso di proroga delle indagini in cui si fa menzione delle nuove contestazioni.

La confessione del medico legale

Che il giro fosse molto più ampio di quanto inizialmente emerso è stato chiaro fin dal primo momento. Si continua a indagare ed è lecito attendersi ulteriori casi. Specie dopo la confessione del medico legale Rosario Cammalleri. “Ho dato 9.000 euro a titolo di corruzione per farmi accelerare le pratiche”, ha detto ai pm. Era Agostino Genova, secondo l’accusa, a dettare tempi e modi per il riconoscimento delle pensioni di invalidità.

“Per ogni pratica pagavo 250 euro io”, ha aggiunto Cammalleri. Genova avrebbe dato il via libera “fingendo” che fosse una decisione della commissione dell’Azienda sanitaria un tempo da lui presieduta. Ed invece avrebbe fatto tutto da solo. A volte da casa e di notte, senza neppure recarsi negli uffici di via Gaetano La Loggia.

Agostino Genova, politico e dirigente

Duecentocinquanta euro per il riconoscimento di pensioni di invalidità, indennità di accompagnamento e benefici della legge 104, che diventavano 750 per le pratiche di cecità. Fino al su arresto Agostino Genova era assessore ai servizi demografici del comune di Partinico. Aveva tentato anche la corsa al consiglio comunale di Palermo. I 528 voti raccolti nella Nuova Democrazia Cristiana, il partito di Totò Cuffaro che lo ha sospeso, non gli sono bastati per entrare a Sala delle Lapidi. Andò male anche a Partinico, ma l’indicazione di metterlo in giunta già espressa in campagna elettorale è stata rispettata.

I finanzieri del Nucleo di polizia economico-finanziaria continuano a spulciare i documenti e le postepay che i clienti lasciavano a Cammalleri. Una sorta di assicurazione sui futuri pagamenti.


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