Palermo, scandalo pensioni di invalidità: Genova collabora con i pm

Palermo, tangenti e pensioni: Genova svela ai pm i segreti del sistema

Agostino Genova
L'ex dirigente dell'Asp collabora con i pm

PALERMO – Tre imputati finiscono sotto processo con il giudizio immediato. La loro posizione è stata separata dagli altri indagati. A cominciare da quella di Agostino Genova, ex direttore all’Ufficio invalidità dell’Asp di Palermo. Il motivo è presto detto: Genova ha confessato e sta collaborando con la Procura di Palermo. Ha già fatto due interrogatori, il 18 ottobre e il 4 dicembre, davanti al procuratore aggiunto Paolo Guido e ai sostituti Felice De Benedittis e Giulia Beux.

“Tangenti per 900 mila euro”

Lo spaccato è molto più torbido di quanto era già emerso. Una montagna di pratiche per le pensioni sarebbero state riconosciute dietro pagamento di tangenti. Il conteggio ancora parziale – sostiene l’accusa – ha raggiunto quota 900 mila euro. Per anni le cose sarebbero andate avanti così.

Il giudice per le indagini preliminari Alfredo Montalto ha accolto la richiesta della Procura disponendo il giudizio immediato. Il presupposto è l’evidenza della prova. Sotto processo sono finiti il medico legale Rosario Cammalleri, Pietra Di Fiore, che gestiva un Caf a San Gisueppe Jato, e il venezuelano Carlos Battaglia, una sorta di procacciatore di clienti. Il processo inizierà a marzo. Stralciata la posizione di Genova, di Calogero Randazzo (gestore del Caf assieme a Di Fiore) e Tiziana Guadalupi (collaboratrice di Cammalleri).

Il tariffario per le pratiche

Il primo a confessare era stato il medico legale Rosario Cammalleri. “Ho dato 9.000 euro a titolo di corruzione per farmi accelerare le pratiche”, aveva detto ai pubblici ministeri. Era Agostino Genova, secondo l’accusa, a dettare tempi e modi per il riconoscimento delle pensioni di invalidità. “Per ogni pratica pagavo 250 euro io”, ha aggiunto Cammalleri. Genova dava il via libera “fingendo” che fosse una decisione della commissione dell’Azienda sanitaria un tempo da lui presieduta. Ed invece avrebbe fatto tutto da solo. A volte da casa e di notte, senza neppure recarsi negli uffici di via Gaetano La Loggia. La confessione di Genova apre uno squarcio investigativo.

C’era un tariffario: 250 euro per il riconoscimento di pensioni di invalidità, indennità di accompagnamento e benefici della legge 104, 750 per pratiche molto più complesse (ad esempio quelle prevista in caso di cecità”.

La politica

Fino al su arresto Agostino Genova (oggi è libero ma con l’obbligo di rientrare a casa ad un certo orario) era assessore ai servizi demografici del comune di Partinico. Aveva tentato anche la corsa al consiglio comunale di Palermo. I 528 voti raccolti nella Nuova Democrazia Cristiana, il partito di Totò Cuffaro (lo hanno sospeso dopo l’arresto), non gli sono bastati per entrare a Sala delle Lapidi. Andò male anche a Partinico, ma c’era l’indicazione – rispettata – di metterlo in giunta.

I finanzieri del Nucleo di polizia economico-finanziaria hanno continuano a spulciare i documenti e le postepay che i clienti lasciavano a Cammalleri. Erano una sorta di assicurazione sui futuri pagamenti. Le intercettazioni hanno registrato frasi di cui Genova ha fornito la chiave di lettura. Nel giugno dell’anno scorso Cammalleri è stato registrato mentre parlava con la sua assistente. Discutevano della necessità di dover “trovare il sostituto” di Genova e cioè qualcun altro in grado di completare il lavoro che “ci abbiamo preparato tutto, lui ha messo il sigillo finale però la preparazione era tutta nostra”. Qualcuno che “deve ammaccare quel bottoncino”.


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