Scandalo pensioni, il medico si pente: "Pagavo mazzette per le pratiche" - Live Sicilia

Scandalo pensioni, il medico si pente: “Pagavo mazzette per le pratiche”

Il verbale di Rosario Cammalleri sul "patto scellerato"

PALERMO – “Ho dato 9.000 euro a titolo di corruzione per farmi accelerare le pratiche”, confessa il medico legale Rosario Cammalleri. Il verbale è del 26 giugno scorso. L’inchiesta è quella che ha svelato il giro di corruzione all’Ufficio invalidità dell’Asp di Palermo, un tempo diretto da Agostino Genova, oggi in pensione. Era Genova, secondo l’accusa, a dettare tempi e modi per il riconoscimento delle pensioni di invalidità. Il meccanismo, racconta Cammalleri, funzionava a forza di tangenti.

Per ogni pratica 250 euro

“Per ogni pratica pagavo 250 euro io”, aggiunge Cammalleri. Soldi ben spesi visto che “i miei clienti quando alla fine riuscivano ad ottenere il beneficio mi pagavano la parcella normale che quantificavo nella formula di otto mensilità”. Confessa, ma si descrive come una vittima del sistema: “Tutti i soggetti indistintamente che io ho presentato in commissione avevano i requisiti per poter avere l’invalidità però il sistema è tale per cui una pratica può giacere anche anni e anni presso l’Inps”. Con l’aiutino di Genova le cose filavano liscio: così ritengono sia avvenuto i finanzieri del Nucleo di polizia economico-finanziaria

L’indagine

Quello di Cammalleri sarebbe stato uno dei canali più prolifici. Decine e decine di pratiche caricate settimanalmente sul sistema di Asp e Inps. Genova dava il via libera “fingendo” che fosse una decisione della commissione dell’Azienda sanitaria un tempo da da lui presieduta. Ed invece avrebbe fatto tutto da solo. A volte da casa e di notte, senza neppure recarsi negli uffici di via Gaetano La Loggia.

Duecentocinquanta euro per il riconoscimento di pensioni di invalidità, indennità di accompagnamento e benefici della legge 104, che diventavano 750 per le pratiche di cecità. Dalle intercettazioni sembrerebbe che Genova più che assecondare i desiderata rispondesse agli ordini di Cammallari che minacciava di “distruggerlo” politicamente. Fino al su arresto Genova era assessore ai servizi demografici del comune di Partinico. Aveva tentato anche la corsa al consiglio comunale di Palermo. I 528 voti raccolti nella Nuova Democrazia Cristiana, il partito di Totò Cuffaro che lo ha sospeso, non gli sono bastati per entrare a Sala delle Lapidi. Andò male anche a Partinico, ma l’indicazione di metterlo in giunta già espressa in campagna elettorale è stata rispettata.

“Accelerare i tempi”

“Ero arrabbiato perché dal mese di novembre, dicembre dell’anno prima e fino al primo maggio – così Cammalleri spiega il tono delle sue parole – tutte le mie pratiche giacevano presso gli uffici, come poi dovesse fare il dottore Genova per inserirle nel sistema Io non lo so”. Di una cosa si dice sicuro: “Tutte le pratiche che io ho presentato erano meritevoli di approvazione, cioè prima esercitavo anche un potere corruttivo nei confronti del dottore Genova ma sempre sulla base della correttezza delle pratiche. Diciamo che alla fine era solo per accelerare i tempi che sono lunghissimi, io oggi ho ancora pratiche di cinque anni fa che non sono state esitate. Ho sbagliato giudice, me ne pento. Chiedo scusa alla mia famiglia, ai miei figli a tutte le persone che mi conoscono però il segnale era questo”.

Il segnale che si doveva pagare. Cammalleri scarica ancora una volta la responsabilità sul sistema: “Diciamo che (le pratiche) me le bloccava apposta come succede normalmente in tutte le commissioni – cioè non è che le commissioni si adoperavano per esitare le pratiche. La legge prevede che le commissioni debbano esitarle entro quattro mesi. In realtà questo non succede mai”. Perché, a suo dire, persone come Genova ingolferebbero dolosamente il meccanismo per convincere che l’unica strada sia pagare: “L’ho corrotto ripetutamente e continuativamente“. E la voce si era sparsa, i clienti si rivolgevano “con il passaparola” a Cammalleri che bussava alla porta di Genova perché altrimenti le “e mail venivano cestinate regolarmente”. Si conoscono dal 1975, ma solo da pochi anni sarebbe nato il patto corruttivo: “Queste cose, come si dice, nascono mangiando…. come quando sboccia un amore, si parlava delle difficoltà che ci sono a livello di approvazione di pratica Ipns… abbiamo mercanteggiato e siamo arrivati a questo patto scellerato”.


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