PALERMO – L’allarme che scatta nel cuore della notte, la corsa verso il proprio negozio, la distruzione davanti agli occhi. Sono momenti drammatici quelli vissuti da moltissimi commercianti che in città e in provincia sono finiti nel mirino della banda delle spaccate. Hanno trovato gli ingressi delle loro attività sfondati, le vetrine in frantumi, i negozi a soqquadro e “ripuliti” dai ladri.
Minacapelli: “Rivivo sempre quel momento”
“Da quella notte mi sveglio sempre alle 4, l’orario in cui è avvenuto l’assalto. Le conseguenze emotive e psicologiche di eventi del genere sono spesso più pesanti di quelle economiche”. A raccontarlo è Vito Minacapelli, titolare dell’omonima ottica che si trova nel centro storico e presidente dell’associazione Maqueda Futura, che riunisce commercianti e residenti della zona.
“Noi abbiamo subito due colpi, i ladri avevano un obiettivo ben chiaro, hanno spaccato tutto e hanno portato via decine di occhiali Chanel. Dopo il furto, ogni notte credevo anche di sentire il telefono che squillava per l’allarme. Quello che è successo mi ha fatto perdere la tranquillità”. E non solo, perché dopo ogni attacco, i negozianti devono inevitabilmente sborsare migliaia di euro per correre ai ripari.
“Danni economici e morali”
“E si spende parecchio, perché non si tratta solo di sostituire la vetrina – prosegue Minacapelli -, ma si cerca di rinforzare le difese. Si potenzia il sistema di allarme, quello delle telecamere e della sorveglianza privata. Se consideriamo anche il valore della merca rubata, il danno è veramente enorme”.
“Ho speso migliaia di euro per rifare la vetrata e installare nuovi impianti di sicurezza – racconta P.R., titolare di un bar-tabacchi in centro finito nel mirino poche settimane fa. Vedere i propri sacrifici sfumare in questo modo è agghiacciante. Io e mia moglie non abbiamo più pace, la notte non si dorme, temiamo possa accadere di nuovo. Siamo ancora molto provati”.
“Vogliamo risposte concrete”
L’atmosfera è tesa non solo per chi nel centro storico lavora, ma anche per chi ci abita. “La paura è il sentimento più comune – sottolinea Minacapelli -. Si temono furti, rapine, finestrini delle auto spaccati. Qualcuno evita addirittura di venire da queste parti. L’umore non è dei migliori, cercheremo ancora una volta di chiedere più controlli organizzando una fiaccolata, ma stavolta ci aspettiamo delle risposte concrete”.
I colpi in via Ausonia e in via Restivo
A Palermo le attività del centro storico sono le più bersagliate, ma negli ultimi mesi i malviventi sono entrati in azione anche in periferia e nelle zone residenziali. Basti pensare al maxi colpo ai danni dell’ufficio postale di via Empedocle Restivo e a quello del centro Wind in via Ausonia, a distanza quindi di pochi metri. In entrambi i casi sono state utilizzate due auto rubate, lanciate a forte velocità contro le vetrate all’ingresso dei locali.
Stessa dinamica, per il furto messo a segno al bar Gerry, nella stazione di servizio all’imbocco della strada statale Palermo-Sciacca, di fronte al carcere Pagliarelli e in un centro scommesse di via Oreto.
Reina: “Eventi che scoraggiano chi fa impresa”
“C’è un clima di paura e di sfiducia – dice Nunzio Reina, vicepresidente di Confesercenti Palermo e titolare di uno storico salone da barbiere a pochi metri dal Politeama -. La sera chiudiamo, andiamo a casa, ma non sappiamo cosa troveremo l’indomani. Per lavorare bene servono serenità e tranquilità, ma l’aumento di questo genere di furti non fa che scoraggiare chi fa impresa”.
“Inizialmente si pensava a singoli individui – prosegue Reina – soprattutto a tossicodipendenti che per acquistare il crack sfondavano le vetrine per rubare pochi spiccioli. Ora è più forte l’idea che si tratti di bande organizzate che hanno contribuito a un’impennata di casi che deve far riflettere seriamente sui provvedimenti da adottare”.
“Serve la collaborazione di tutti”
“Oltre ai maggiori controlli che commercianti e residenti chiedono a gran voce, credo sia fondamentale non essere indifferenti. Per questo – sottolinea – invito i cittadini a segnalare e a contattare subito le forze dell’ordine in caso di movimenti sospetti, serve il contributo di tutti per contrastare questo fenomeno che non danneggia soltanto gli esercenti, ma interi quartieri della città”.
E poi, il commento amaro del vicepresidente della prima circoscrizione Antonio Nicolao, spesso portavoce di chi ha vissuto in prima persona gli attacchi della banda delle spaccate, da quelli al Gran Cafè Torino a quelli nei minimarket di via Roma, colpiti fino a pochi giorni fa.
Nicolao: “Esposti e denunce, ma mancano le risorse”
“La sicurezza dei cittadini è in attesa come nella sanità – dice -. Sono aumentati quelli che chiedono legalità attraverso esposti e denunce, ma purtroppo le risorse umane del settore continuano a diminuire per pensionamenti e i numeri restano insufficienti”.
“Basti pensare a come è cambiato il nostro centro storico rispetto a dieci anni fa – aggiunge Nicolao -. E’ sempre pieno di turisti, ma purtroppo con meno agenti della polizia municipale. Eppure questo governo aveva promesso che nelle città sarebbe stata garantita una maggiore prevenzione. In realtà nulla è cambiato: l’impressione è che si vada verso un sistema di sicurezza e controllo di tipo privato”.