Palermo, l'intercettazione su Miccichè e i sospetti del deputato

“Si è fottuto 100 mila euro”. Miccichè: “Bugie per colpirmi”

La frase intercettata. Il deputato: "Chi lo ha detto si faccia avanti"
IL RETROSCENA
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PALERMO – Settembre 2022. Due persone discutono senza sapere di essere intercettate. Ad un certo punto parlano di Miccichè che “si è fottuto i soldi’. Dicono pure la cifra: 100 mila euro, di cui 75 versati al partito e 25 all’ex presidente dell’Ars.

Erano i giorni della campagna elettorale. Miccichè sarebbe stato eletto sia al parlamento nazionale che all’Assemblea regionale dove avrebbe scelto di restare. Ed era ancora coordinatore regionale di Forza Italia.

I soldi e la ricandidatura

Chi avrebbe sborsato i soldi? Un’ex senatrice che sperava in una candidatura. Non l’avrebbero accontentata. Ecco il capitolo dell’inchiesta ancora top secret della Procura di Palermo.

C’è un esplicito riferimento ad un’indagine per 319 quater (induzione indebita a dare o promettere utilità) nell’ordinanza di custodia cautelare con cui è stato imposto a Miccichè il divieto di soggiorno a Cefalù, città dove ha la residenza.

“Mai preso soldi”

“Falso, mai preso un euro dalla politica, anzi ci ho perso soldi”, replica Miccichè. Che ha una precisa idea del contesto in cui è stata intercettata la conversazione: “Prima delle elezioni ho girato a tutti il foglio che mi ha dato il partito con i debiti di coloro che si volevano ricandidare”.

“C’è un accordo nel partito, i deputati nazionali devono versare mille euro al mese, i regionali 500 euro – aggiunge -.. Chi non è in regola con i pagamenti non può essere ricandidato. Non ho mai preso soldi, non me ne sono occupato io”.

A giudicare dalle parole di Miccichè le sue conoscenze sono approfondite: “Qualcuno dice di avere sentito dire che Micciché si è ‘fottuto ottanta mila euro’. È una cosa che non esiste nella maniera più assoluta”.

“Lo sfido pubblicamente”

Perché inventarsi una cosa simile? “Si parla per sentito dire e già questo spiega il valore di certe parole – taglia corto io deputato di Forza Italia -. Chi le ha pronunciate lo ha fatto apposta per fare aprire un’indagine su di me”.

Un nemico subdolo, dunque, che avrebbe messo in giro false notizie e al quale l’ex presidente dell’Ars si rivolge accorato: “Invito chiunque sia (l’onorevole ha un’idea precisa anche sulla identità di chi ha pronunciato le parole, ndr) a farsi avanti. Lo sfido a dire pubblicamente che ho preso soldi”.

“Ieri non mi è stata fatta alcuna domanda su questi fatti (il riferimento è all’interrogatorio di garanzia), evidentemente non è emerso nulla di serio”, conclude Miccichè. È vero, nessuna domanda ma potrebbe anche essere una strategia.

L’inchiesta potrebbe non aver avuto sviluppi concreti. Un capitolo separato dal caso auto blu solo formalmente aperto e in procinto di essere archiviato oppure la Procura di Palermo sta ancora cercando riscontri sugli eventuali passaggi di denaro? Nel secondo caso potrebbe essere necessario prima di tutto sentire il deputato indicato come il politico che ha pagato.

Anche l’aspirante candidata avrebbe fatto riferimento ai soldi, in occasione di alcuni prelievi documentabili. Ma sono i successivi passaggi di denaro, se mai ci sono stati, che non sono stati tracciati.


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