PALERMO – Quando nel 2005 fu inaugurato destò meraviglia. Oggi di quella meraviglia resta poco o nulla. Niente zampilli, solo vasche piene di acqua putrida e rifiuti.
Il giardino si trova in quello che era l’antico Genoard (il parco di caccia). Bisogna attraversarlo per raggiungere il castello della Zisa, la cui costruzione iniziò durante il regno di Guglielmo I e fu ultimata da Guglielmo II intorno al 1167. Il castello della Zisa fa parte del percorso arabo-normanno riconosciuto dall’Unesco come patrimonio dell’umanità. Transenne a delimitare zone nel degrado, staccionate divelte, scritte sui muri. Ci sono, però, delle maestranze al lavoro per la sistemazione del verde.
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All’esterno il degrado è ancora più evidente. Erbacce, cumuli di rifiuti, panchine sparite. Per fortuna (?) che, almeno oggi, ci sono pochi turisti a passeggio nel giardino. Le sue condizioni non invitano alla visita. L’abbandono è frutto di anni. I nuovi arrivati – la giunta del sindaco Roberto Lagalla – ha diritto ad una linea di credito. Alcune cose sono state fatte, come spiega Andrea Mineo, assessore alle politiche ambientali e al patrimonio, sfruttando un finanziamento che, per una serie di interventi in giro per la città, ammonta a sei milioni e mezzo di euro. Mineo le elenca: “Impianto di irrigazione di tipo smart collegato da remoto con nuova programmazione e nuove centraline, singole zone di prato ripristinate, piantumazione di palme e arance, sostituzione delle pompe di rilancio dell’acqua con nuovo inverter comandato, collocazione di cestini e panchine. Deve ancora realizzarsi, a breve, il ripristino e la pulizia della fontana”.
In città, solo per fare alcuni esempi, si lavora al Giardino inglese, a Villa Costa, a Villa Trabia e in un’area di viale Michelangelo. Il punto è cosa accadrà, alla Zisa e altrove, una volta ultimati i lavori. I custodi, come nel caso del giardino, da soli non bastano. Lo sa bene l’assessore Mineo che, spiega, “terminata la riqualificazione si dovrà rivedere il sistema di gestione, coinvolgendo anche le associazioni dei cittadini. Ce ne sono tante che hanno già avanzato la loro disponibilità. La cura della città deve stare a cuore a tutti, a cominciare dai cittadini”. Altrimenti il percorso da meraviglia a decadenza è inevitabile.