PALERMO – Giuseppe Piraino, oggi indagato per truffa sul bonus facciata, negli anni è diventato uno dei simboli dell’imprenditoria che si ribella al pizzo. Le sue battaglie hanno fatto breccia. Le denunce del battagliero Piraino sono passate dai social alle trasmissioni sulle reti nazionali.
Chi è Giuseppe Piraino
Nel 2018 e poi nel 2020 l’imprenditore filmò gli uomini del racket inviati da Cosa Nostra. Erano andati a chiedergli i soldi della messa a posto nei cantieri edili dove l’impresa di Pirano, la Mosina Costruzioni, stava lavorando nei rioni Capo e Borgo Vecchio. Le sue denunce sono state riscontrate e hanno portato alla condanna degli esattori.
Filmò gli uomini del pizzo
Fissò un appuntamento con l’esattore e all’incontro si presentò con una telecamerina nascosta e la foto di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. Poi, consegnò le immagini ai carabinieri. L’anno scorso la terza denuncia, stavolta nei confronti degli uomini del clan di Brancaccio. Quella di Piraino fu una delle rare voci di ribellione in un quartiere dove decine di commercianti pagano in silenzio, per paura ma anche per connivenza.
Lo spettro del fallimento
Di Pirano si è parlato anche per il rischio fallimento della sua impresa dopo l’istanza presentata da Edilcassa Sicilia. L’ente bilaterale, costituito dai rappresentanti degli artigiani edili e dei sindacali di Cgil, Cisl e Uil, salvaguarda gli interessi dei lavoratori nei confronti dei quali Piraino aveva un debito di 280 mila euro.
Tutta colpa del sistema dei crediti del bonus 110 per cento, la cui cessione bloccata – così disse Piraino – ha messo in crisi sia lui che altri imprenditori. Piraino ha sempre detto di volere onorare il debito, chiedendo solo un po’ di tempo. Ed invece arrivò prima il decreto ingiuntivo da Edilcassa e poi il rischio fallimento. Ora è proprio un’indagine sul bonus facciata che ha fatto scattare il sequestro di 3,5 milioni, a tanto ammonterebbe il credito di imposta accumulato da Piraino e ritenuto frutto di artifizi e raggiri.
Piraino ha chiesto di usufruire della legge 44 del 1999 che consente agli imprenditori colpiti dal racket di poter chiedere una sospensione dei debiti per alcuni anni. La Procura aveva accolto la richiesta: posizioni debitorie verso i fornitori sospese per due anni, tre anni con il fisco. Quando pensava di avere ottenuto un rinvio arrivò il decreto ingiuntivo di Edilcassa.
Le minacce
Alcune settimane fa Ismaele La Vardera, deputato regionale e leader di Controcorrente a cui Piraino ha aderito, ha presentato una denuncia alla polizia. Piraino ha ricevuto un messaggio: “Tu e quel pezzo di merda di La Vardera dovete morire”, c’era scritto. Non è la sola minaccia che ha ricevuto il politico, il quale ha denunciato di avere subito una escalation di intimidazioni negli ultimi mesi, ed è finito sotto scorta. Oggi la notizia del sequestro che coinvolge Piraino.

