Non regge l'ipotesi che il gesso al piede provocò un'embolia - Live Sicilia

Palermo, istruttore morto: medici rinunciano alle prescrizione, assolti

La vittima aveva 28 anni. Sotto processo tre sanitari dell'Ingrassia

PALERMO – Tutti assolti dall’accusa di omicidio colposo con formula piena. In appello gli imputati hanno rinunciato alla prescrizione, credendo fermamente nella correttezza del loro operato.

Si tratta dei medici Rosanna Giaramidaro, Rosalba Tantillo, Florinda Bascone in servizio all’ospedale Ingrassia. Erano difesi dagli avvocati Paolo Grillo, Giuseppe Di Cesare, Giuseppe Di Peri e Maria Bonetti.

L’inchiesta fu aperta nel 2009 dopo la morte di Emilio Reforgiato, un istruttore di palestra di 28 anni, deceduto per un’embolia, cinque giorni dopo essere andato al pronto soccorso per un forte dolore al torace e alla spalla.

I medici, dopo una degenza di un giorno, lo mandarono a casa con una diagnosi di sindrome influenzale escludendo problemi cardiaci. Un mese prima Reforgiato si era fratturato il piede sinistro.

La tesi dell’accusa è che l’immobilizzazione con il gesso avesse creato un’embolia, manifestatasi a distanza di un mese. Una iniezione di eparina avrebbe potuto evitare il peggio. Una ricostruzione smentita dalla difesa. Secondo gli imputati, il loro operato sarebbe stato improntato sulla correttezza.

Nonostante la sospensione della pena della condanna di primo grado a 8 mesi ciascuno e la certezza della prescrizione gli imputati hanno rinunciato, certi di potere ottenere una piena assoluzione nel merito.


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