PALERMO – Ha capito di essere braccato. E stamani Salvatore Fernandez, 49 anni, si è presentato alla stazione dei carabinieri “Falde”, nel rione Acquasanta. Da qui l’assassino della Zisa è stato condotto al Comando provinciale di piazza Verdi. Negli archivi c’è la foto di quando fu coinvolto in un blitz per spaccio di droga (oggi è senza capelli).
Era il 2014 quando i carabinieri filmarono duemila episodi di spaccio in appena due mesi e mezzo di osservazione in via Colonna Rotta.
Giovedì mattina Fernandez ha sparato tre colpi di pistola per uccidere Giuseppe Incontrera, in via principessa Costanza. C’erano dei video ad incastrarlo. In uno si vedeva l’uomo seguire a bordo di uno scooter la bicicletta di Incontrera e fare fuoco.
Vittima e assassino sono caduti per terra. Quest’ultimo era a volto scoperto. Una prima telecamera era impallata da una bandiera rosanero piazzata per festeggiare la promozione in serie B del Palermo.
Non si vedeva, dunque, il volto. Ma l’assassino ha commesso l’errore di tornare indietro. A quel punto un altro occhio elettronico lo ha inquadrato. Aveva ormai le ore contate. I militari del Nucleo investigativo del Comando provinciale erano arrivati alla sua identificazione.
Nel corso dell’interrogatorio, davanti al procuratore aggiunto Paolo Guido della Direzione distrettuale antimafia di Palermo e ai sostituti Giovanni Antoci, Luisa Bettiol e Gaspare Spedale, ha confessato il delitto e il movente sui cui sono ancora in corso delle verifiche. Ci sono alcuni aspetti che vanno approfonditi.
Salvatore Fernandez è già noto agli uffici giudiziari essendo pregiudicato per droga e rapina. Abita in via Cipressi a pochi metri dalla casa dove viveva Incontrera. Quindi giovedì mattina è sceso, lo ha seguito e ha sparato.