Palermo, l'addio a Gabriele: "Libero come un angelo" - Video - Live Sicilia

Palermo, l’addio a Gabriele: “Libero come un angelo” – Video

Una chiesa gremita e tanti giovani per l'ultimo saluto al 20enne morto in un incidente nel parco della Favorita
LA TRAGEDIA
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PALERMO – In questo giorno sfavillante d’estate, morde l’inverno di una inconcepibile separazione. Assurda, come tutti i distacchi, ma ancora di più. Gabriele Naccari, vent’anni, se n’è andato dopo un incidente a Mondello. Davanti alla parrocchia Ss Pietro e Paolo, don Mario Golesano, il parroco, sussurra: “Vent’anni sono troppo pochi, troppo pochi”. Sì, vent’anni sembrano pochi anche al cospetto dell’eternità. Sono le nove del mattino. I funerali sono previsti per le nove e mezza. C’è una marea di giovanissimi. Magliette nere. Guance rigate dal pianto. Occhi arrossati dalle lacrime. Tanti sfiorano il feretro con la mano che hanno baciato. Un bacio affidato al dorso o al palmo, come una carezza con mittente il dolore e destinataria la speranza.

Sono troppo pochi vent’anni, in questo inverno con i colori dell’estate. Ci sono gli adulti e i ragazzi. Madri, padri e figli che si guardano, l’un l’altro, come se fossero sopravvissuti. In un abbraccio collettivo, papà Salvo, mamma Gisa ed Emanuele, il fratello di Gabriele, si fanno forza, come una squadra quando entra in campo. E andranno avanti, con l’amore dentro il cuore spezzato, con il peso, con i piedi incatenati all’ineluttabile. Ma andranno avanti. Perché si amano. Non perderanno nessuno. Gabriele avrà sempre il suo posto a tavola.

La Messa comincia. Padre Mario tira fuori dalla sua anima una omelia memorabile: “Gabriele è libero di volare come un angelo con Dio. Tanti giovani presenti ci dicono che stiamo celebrando la festa dell’amicizia, la Pasqua. Lo testimonia la ricchezza del vostro essere qui”. Padre Cesare Rattoballi che concelebra e che conosce chi sta soffrendo, interviene con altre parole profonde: “Non lasciateli soli, sosteneteli con la vostra amicizia”. Tra i presenti, Toto Cordaro, amico della famiglia: “Persone vere con valori saldi e piene d’amore. Gabriele era una forza della natura, era dotato di una sensibilità e di una generosità uniche”.

La Messa finisce. Nessuno, in un primo momento, va via. Vogliono restare con il ragazzo che si è addormentato nei suoi giorni più belli. Poi si va, incontro al sole di una mattina d’estate vestita con il lutto dell’inverno. Si va e si spera che ci sia un posto dove il freddo dell’addio verrà riscaldato. Perché sarà per sempre estate. (rp)


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