PALERMO – Alessandra Maria Delrio, legale dei figli del maresciallo Antonino Lombardo, e un consulente tecnico di parte, Katia Sartori, hanno deciso di rimettere il mandato. La notizia, che risale a circa due mesi fa, è stata confermata soltanto adesso da Delrio e Sartori, che prendono le distanze dalle dichiarazioni su alcuni carabinieri e sulla Procura di Palermo, rese nelle ultime settimane dai figli di Lombardo.
L’avvocato Delrio sottolinea che “le dichiarazioni su eventuali responsabilità dei carabinieri, non possono scaturire dall’incarico da me svolto”. La criminologa Sartori dice che non può che “prendere le distanze da tutto quello che sta succedendo mediaticamente nelle ultime settimane. Alcune dichiarazioni non appartengono alle conclusioni da me scritte. Sono assolutamente certa di aver svolto la mia consulenza con oggettività ed imparzialità, cercando di dare riscontri ed elementi chiari, precisi e concordanti. Ciò detto, però, non ho mai indicato nella mia perizia possibili responsabili. Questo spetta alla Procura di Palermo, della quale ho profonda stima e fiducia”.
Antonino Lombardo, ex comandante dei carabinieri di Terrasini, nel Palermitano, fu trovato morto il 4 marzo 1995 dentro la sua macchina, parcheggiata nella caserma che ospita il comando regionale dei carabinieri. Secondo le indagini il sottufficiale si suicidò con la pistola d’ordinanza, lasciando una lettera in cui spiegava le ragioni del suo gesto.
Tra le figure sfregiate e ignorate dalla Commissione Toponomastica, vorrei ricordare all’Assessore Cannella l’assenza di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, mentre giace una proposta di intitolazione congiunta ai due giudici del tratto di Corso Alberto Amedeo che costeggia il Palazzo di Giustizia. E, dato che parliamo di magistrati Palermitani, vorrei ricordare che dall’assassinio di Mario Amato, ucciso a Roma dai NAR nel 1980, sono trascorsi QUARANTADUE anni di silenzio toponomastico.
Credo che l’assenza di vie intitolate a Falcone e Borsellino sia dipesa dal mancato gradimento delle vie proposte; cioè i familiari non avrebbero gradito le proposte.
Proporrei di cambiare il nome di Palermo in Orlandia. Quale migliore intitotlazione.
Seguo sempre con interesse gli scritti di Aldo Sarullo, sempre equilibrati, documentati ed indipendenti.
Poiché quando si svolsero i fatti narrati nella proposta ero fortemente impegnato, nella mia qualità di Avvocato, in tali vicende, ritengo utile chiarire quanto al lettore comune potrebbe sfuggire e cioè l’effetto devastante del ritorno in Italia di Badalamenti dal quale il pentito Buscetta (allorché quello era scomparso) aveva riferito di aver appreso tutto quello che raccontava. Da lui e da Bontade che era da tempo defunto.
Dubito che le famiglie Falcone e Borsellino possano avere qualche remora all’intitolazione di un tratto di strada adiacente al Palazzo di Giustizia di Palermo.
Scusi Avvocato, Parliamo del processo Andreotti?
CREDO SAREBBE OPPORTUNO CHE IL COMANDANTE GENERALE DELL’ARMA DEI CARABINIERI, GENERALE DI CORPO D’ARMATA, TEO LUZI, COSÌ COME HA FATTO PER IL CASO CUCCHI, PER ESEMPIO, ROMPESSE IL SILENZIO E DICESSE DUE PAROLE, ANCHE DI CIRCOSTANZA, SUL CASO IN ESAME. COSÌ, FORSE, LA FAMIGLIA ED IN PARTICOLARE LA VEDOCA DEL MARESCIALLO, SI SENTIREBBERO MENO SOLI. DALTRONDE IL DEFUNTO ERA UN CARABINIERE E NON UN CARABINIERE QUALSIASI, UNO CHE HA PORTATO LUSTRO ALLA BENEMERITA E QUINDI SAREBBE OPPORTUNO CHE IL GENERALE LUZI, DICESSE, COME PER IL CASO CUCCHI, CHE I RESPONSABILI, QUALORA INDIVIDUATI, PAGNERANNO. L’ARMA LO DEVE ALLA FAMIGLIA LOMBARDO. IMPERATIVO CATEGORICO:- USCIRE DAI RUMOROSI SILENZI CHE CELANO UN’OMERTA’ DI STATO, INTOLLERABILE.
ED IO SO BENISSIMO CHE IL GENERALE LUZI NON È UN OMERTOSO, QUINDI, ATTENDIAMO.