Palermo, l’incendio a Bellolampo "brucia" anche i conti della Rap

Palermo, l’incendio a Bellolampo “brucia” anche i conti della Rap

Il telone che copre la quarta vasca è stato danneggiato, danni per milioni

PALERMO – Il danno non è ancora stato quantificato, ma secondo gli esperti potrebbe aggirarsi sui due milioni di euro, se non di più, al momento tutti a carico della Rap. Brutte notizie per il comune di Palermo e la sua società partecipata che gestisce la discarica di Bellolampo che due settimane fa è stata colpita dagli incendi: oltre alla diossina, infatti, le fiamme hanno provocato danni collaterali che rischiano di avere ripercussioni sui già precari conti dell’ex municipalizzata.

Danneggiato il telo anti-percolato

Il riferimento, in particolare, è al telo che copre la quarta vasca che il fuoco ha parzialmente distrutto e che serve a evitare la formazione del percolato dovuta alle infiltrazioni piovane tra i rifiuti: un problema non da poco, su cui la Rap attende una relazione della Protezione civile. “Al momento non possiamo quantificare quanto costerà il ripristino, attendiamo la relazione – dice a Livesicilia il presidente della società Giuseppe Todaro – Il percolato viene comunque canalizzato nelle tubazioni, quindi non ci sono rischi di sversamenti, il problema semmai è lo smaltimento che incide dal punto di vista economico. Per questo speriamo nel sostegno delle istituzioni”.

I costi a carico della Rap

Roma non ha ancora dichiarato lo stato d’emergenza e quindi, a differenza che in passato, tutte le spese per fronteggiare l’incendio e le sue conseguenze, vedi la crisi della raccolta dell’immondizia in città, sono ad oggi a carico della Rap. Il ricorso ai privati, con il noleggio di operai e pale meccaniche per raccogliere i rifiuti che hanno invaso Palermo, ha costi non indifferenti che l’azienda sta fronteggiando col milione di euro stanziato dalla Regione. La somma però non basterà, specie per effettuare il nuovo capping.

Quando una vasca viene dichiarata satura, infatti, viene ricoperta di terra sopra cui viene posizionato un telo bentonitico che ne garantisce l’impermeabilizzazione: la pioggia cade sul telo e viene convogliata nelle tubazioni evitando la formazione del percolato, con un sistema analogo a quello usato per le terrazze delle abitazioni. Ma il capping serve a evitare anche la fuoriuscita del biogas che si forma naturalmente e che viene anch’esso convogliato tramite tubi.

I conti in crisi

Il problema è che la quarta vasca, così come la terza bis, sono state “riaperte” per fare spazio a nuovi rifiuti in attesa della consegna della settima: un’operazione che ha sinora garantito di evitare l’emergenza nella raccolta (portali altrove sarebbe costato 60-70 milioni), ma che non è priva di effetti come ha ammesso la stessa Rap che ha provato a spiegare i conti in rosso emersi dall’ultima relazione semestrale con una perdita di 3,8 milioni.

“Tra le cause di questi risultati – hanno spiegato gli uffici contabili – si rilevano sicuramente i maggiori costi che la Rap sta sostenendo per gli abbancamenti dei rifiuti urbani nelle vasche terza bis e quarta. Con il susseguirsi delle varie ordinanze sindacali, l’azienda ha dovuto infatti sobbarcarsi i costi di riapertura delle due vasche ma anche i costi di manutenzione dei mezzi e di tutte le attrezzature utilizzate a Bellolampo. In aggiunta, in considerazione delle diverse morfologie delle due vecchie vasche, si è dovuto noleggiare autocarri diversi, più grandi e più costosi, tipo ‘Dumper’ e intensificare i viaggi, visto che la quantità di rifiuti trasportati dal Dumper è di gran lunga inferiore. E ancora, utilizzando la terza e la quarta vasca che sono state riaperte, inevitabilmente si è sviluppato maggiore flusso di percolato incrementando il costo del trasporto del liquido che, invece, si era ovviamente ridotto perché oramai le vecchie vasche erano chiuse non essendo più utilizzate da anni”.

Insomma, la riapertura ha comportato un risparmio da un lato ma più costi dall’altro. E proprio il biogas, che si produce naturalmente e che è infiammabile, secondo gli esperti potrebbe essere una delle cause degli incendi, o almeno ha più probabilità di esserlo rispetto all’eventuale presenza di vetro fra i rifiuti. Per non parlare dei costi che andranno affrontati per smaltire i rifiuti “combusti”, ossia tutto quello che in quei giorni di incendi in varie parti della città è stato bruciato dalle fiamme.

Varchi: “Il problema non pesi solo su Palermo”

“La situazione economica e finanziaria di Rap è al centro delle nostre attenzioni – dice il vicesindaco di Palermo Carolina Varchi – Chiederemo ulteriori aiuti alla Regione per Bellolampo che, del resto, raccoglie conferimenti di molti territori e non può a tutta evidenza essere solo un problema del comune di Palermo. Quanto al resto, affronteremo la stagione del risanamento con nuovi metodi e nuovi strumenti. È evidente che gli strumenti sin qui adottati, a partire dagli accordi di vario tipo con i sindacati, non abbiano sortito gli effetti sperati viste le condizioni pessime del servizio di raccolta. Ai limiti del servizio offerto da Rap, si somma l’inciviltà di tanti cittadini che non esitano a lasciare ogni tipo di rifiuto ovunque. Il Comune farà la sua parte e siamo sicuri che anche la Regione e il Governo nazionale, con lo stato di emergenza, faranno la loro. Lo stesso chiederemo a Rap e ai cittadini”.


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