Comunali a Palermo: "Patto mafioso", arrestato un candidato di Forza Italia

Palermo, “patto mafioso”: arrestato candidato di Forza Italia

Intercettati pochi giorni fa. Perquisizione in via Bernini nelle ville dei fedelissimi di Totò Riina

PALERMO – Il mafioso e il candidato di Forza Italia al consiglio comunale di Palermo avevano siglato un patto. Da una parte Agostino Sansone e dall’altra Pietro Polizzi in corsa per un posto a Sala delle Lapidi. La prova sarebbe racchiusa nelle conversazioni registrate dai poliziotti della squadra mobile a metà maggio. Dunque, recentissime.

Il candidato al Consiglio comunale Pietro Polizzi

La Procura della Repubblica ritiene il contenuto delle frasi chiaro ed evidente. Il procuratore aggiunto Paolo Guido e i sostituti Giovanni Antoci e Dario Scaletta hanno chiesto e ottenuto l’arresto di tre persone (c’è anche Manlio Porretto, collaboratore di Sansone) dal presidente della sezione Gip Alfredo Montalto. Sono indagate per scambio elettorale politico-mafioso.

Perquisizione in via Bernini

È un’inchiesta destinata a fare rumore perché arriva a pochi giorni dalle elezioni amministrative di domenica e per il peso della parte mafiosa coinvolta. I poliziotti hanno perquisito la villa di Sansone. Non è un immobile qualsiasi visto che si trova in via Bernini, a pochi passi da quello che fu l’ultimo covo di Totò Riina.

Fedelissimi di Totò Riina

Il capo dei capi usciva dal residence quando lo arrestarono il 15 gennaio 1993. Le ville dei costruttori Sansone, mafiosi del rione Uditore e fedelissimi del padrino corleonese, sono state confiscate. Una ospita la caserma dei carabinieri, un’altra l’ordine dei giornalisti. Alcuni immobili, però, sono rimasti alla famiglia Sansone.

Il boss e il candidato di Forza Italia

Pietro Polizzi, 52 anni, dipendente di Riscossione Sicilia, è già stato consigliere provinciale di Palermo e ora è candidato al Comune con Forza Italia. Nel 2008 è stato eletto nelle file dell’Udc. Provò, senza riuscirsi, il salto al Comune candidandosi nel 2017 nella lista “Uniti per Palermo” che appoggiava il sindaco Leoluca Orlando.

Agostino Sansone, 73 anni, è tornato a fare l’imprenditore edile dopo avere scontato una condanna per mafia. In suoi fratelli, Gaetano e Giuseppe, furono arrestati nel ’93. Seguirono subito le sorti di Riina. Agostino, invece, finì in cella nel 2000.

Ora il nuovo arresto che si basa su due conversazioni avvenute a metà maggio. Una a pochi giorni di distanza dall’altra. Gli interessi del boss e del candidato si sarebbero incrociati.


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