Palermo, vittima del pizzo: "Volevano fare esplodere casa mia"

La vittima del pizzo in aula: “Volevano fare saltare in aria casa mia”

Il racconto di un commerciante. Nessun passo indietro

PALERMO – Nessun tentennamento, nessun passo indietro. Il commerciante conferma in aula le accuse contro gli imputati per estorsione.

“Ho capitato un po’ di polvere, qualche cinque chili… male che vada gli faccio saltare la casa… lui per il culo non mi ci prende zio Totò, gliela faccio saltare la casa può stare sicuro”, così diceva Filippo Cimilluca al boss di Ciminna Salvatore Catalano.

Accanto alla vittima, costituita parte civile, al Tribunale di Termini Imerese c’erano i rappresentanti di Addiopizzo che l’hanno accompagnata nel percorso di denuncia. Gli imputati avrebbero imposto al commerciante di diventare soci dandogli dei soldi per la ristrutturazione dei locali. Poi avrebbero preteso 30 mila euro di buonuscita quando decise di cedere l’attività. Iniziò una sequenza di intimidazioni.

Nel corso della testimonianza il commerciante ha ripercorso i momenti più gravi delle richieste estorsive, fino alla minaccia di “far saltare la casa” della vittima. Cimilluca e Vito Pampinella hanno scelto il rito abbreviato, mentre l’anziano boss della “Pizza Connection” Sal Catalano ha scelto l’ordinario.

“La collaborazione della vittima accompagnata a denunciare da Addiopizzo e le indagini di investigatori e
inquirenti – spiegano dal Comitato – rappresentano un modus operandi consolidato che dimostra come esistono le condizioni per affrancarsi in tempi celeri e in sicurezza dal fenomeno estorsivo. Una vicenda che conferma come il contributo degli operatori economici resta fondamentale affinché il lavoro prezioso di organi investigativi e autorità giudiziaria possa conseguire, ancora più velocemente, ulteriori risultati”.


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