Palermo, sparò a un "mafioso", ma anche la vittima è "colpevole"

Sparò a un “mafioso”, condannato. Anche la vittima è “colpevole”

Il momento in cui viene esploso il colpo di pistola
Lo arrestarono durante il pranzo di Pasqua

PALERMO – L’accusa di tentato omicidio viene derubricata in lesioni. Da qui la condanna a 6 anni e 8 mesi inflitta a Francesco Paolo De Luca (il pubblico ministero aveva chiesto 12 anni e 8 mesi).

Condannata anche la vittima ferita con un colpo di pistola: Francesco Zappulla Zappulla ha avuto 5 anni e 2 mesi per resistenza a pubblico ufficiale e guida senza patente mentre è caduta l’ipotesi che avesse favorito l’imputato.

Storia complicata quella dello scorso aprile. A tradire De Luca fu la voglia di trascorrere il pranzo di Pasqua con la famiglia. I carabinieri del Nucleo investigativo e della compagnia di piazza Verdi lo arrestarono mentre stava per sedersi a tavola. Provò a scappare dalla finestra di una casa nel rione Capo, ma capì di essere circondato.

I militari erano andati ad arrestarlo perché aveva sparato a Zappulla, volto noto alle cronache giudiziarie. Nelle scorse settimane, infatti, è stato arrestato con l’accusa di essere un uomo d’onore del mandamento di Porta Nuova.

Zappulla fu raggiunto da un colpo di pistola all’avambraccio, ma si ritrovò anch’egli sotto accusa. Il 18 marzo precedente si era presentato all’ospedale Civico di Palermo. Raccontò di essere stato avvicinato da due extracomunitari che volevano rapinarlo. Stava mentendo.

I carabinieri acquisirono le immagini delle telecamere di videosorveglianza. Si vedeva il momento in cui litigava con De Luca in piazza Sant’Andrea nel centro storico. Zappulla sferrava un pugno al volto di De Luca che reagiva sparando. Poi la fuga.

Anche De Luca è un volto noto agli investigatori. Detenuto per rapina era stato scarcerato pochi giorni prima del nuovo arresto. L’anno scorso Zappulla non si era fermato all’alt dei carabinieri, travolgendo due militari con uno scooter Honda Sh 300. Era senza patente perché gli era stata revocata.

La condanna è del giudice per l’udienza preliminare Cristina Lo Bue. Il difensore di Zappulla, l’avvocato Raffele Bonsignore, ha sostenuto che non c’era alcuna volontà omicidiaria nell’azione dell’imputato. Sparò un colpo e fuggì come emerge dal video.

Se avesse davvero voluto uccidere Zappulla, di cui ha parlato il collaboratore di giustizia Alessio Puccio, avrebbe avuto l’occasione per farlo. Il giudice ha accolto la sua tesi.


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