Palermo, i boss e la faida: "Per sistemare lo Zen servono i cannoni"

La faida e l’amarezza dei boss: “Per sistemare lo Zen ci vogliono i cannoni”

Il vuoto di potere scatena la violenza

PALERMO – Allo Zen sta accadendo ciò che in tanti sussurravano da tempo. Senza una guida “mafiosa” gli equilibri, già precari, sono saltati. Si assiste ad un’escalation di violenza: colpi di pistola, fucilate, risse e auto incendiate. Tutto fa pensare ad una faida.

L’arresto dei fratelli Serio

Nelle scorse settimane i carabinieri hanno arrestato i fratelli Nunzio e Domenico Serio, boss di San Lorenzo, mandamento mafioso in cui ricade anche il rione Zen. Da allora, e non è una coincidenza, cani sciolti, personaggi in cerca di potere o vendetta agiscono senza freni.

Già nel dicembre 2022 era stato sollecitato l’intervento di Domenico Serio per evitare che i contrasti per lo spaccio di droga scatenassero una guerra. Francesco Stagno, braccio destro dei Serio, ne aveva discusso con Domenico Ciaramitaro, già condannato per mafia e di nuovo sotto inchiesta: “… e che fa… devo fare ammazzare a quello? Devo fare ammazzare pure a lui… e poi muoiono i cristiani e… contiamo i morti”.

“Un quartiere perso”

Giovanni Cusimano, settantenne mafioso di Partanna Mondello, anch’egli arrestato nelle scorse settimane, riponeva la speranza che si facesse ordine allo Zen nella precedente scarcerazione di Domenico Serio. Il fine pena era stato salutato con i “giochi di fuoco… appena esce uno dalla galera sparano giochi di fuoco, gli hanno atto la festa… a Cardillo”.

“Lo deve sistemare se è capace… questi cani con la barba… un quartiere perso… perso…”, diceva Gennaro Riccobono, l’autista di Cusimano. Quest’ultimo era fiducioso (“Ora ci pensa lui”) anche se temevano che “si scornano tutti e due ora… per chi la deve vendere prima”. Il riferimento sarebbe stato ad un altro anziano boss, Michele Micalizzi, allora scarcerato e ora di nuovo detenuto.

Poco tempo dopo il tono delle parole tradiva sfiducia: “… là c’è vuol dire una mannara… ci vogliono vuol dire cento cannoni per sistemare là”, diceva Riccobono.

Vuoto di potere e faida allo Zen

Tutte le persone citate o coinvolte nei dialoghi intercettati sono state arrestate. E allo Zen si assiste ad un susseguirsi di episodi violenti. Per tradizione è stata sempre una zona ad alta tensione, dove c’è chi sfida persino i boss.

Qualcuno rubò il quad al figlio di Nunzio Serio e fu massacrato a botte in strada affinché tutti vedessero. Un episodio simile era accaduto l’8 settembre 2021 quando alcuni criminali dello Zen minacciarono la moglie di Micalizzi per rubarle la macchina. Uno degli autori della rapina fu individuato. “L’ho macinato… l’ho ammazzato a bastonate”, diceva uno dei picciotti incaricati per punire lo sgarro. Pestaggi esemplari che, però, non sono serviti a mettere ordine. Probabilmente è esplosa una faida.


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