Palermo, mafia: assolti il "boss" Corona, la moglie e il cognato

Palermo, mafia: assolti il “boss” Corona, la moglie e il cognato

Sotto processo per una intestazione fittizia

PALERMO – Cade l’accusa di intestazione fittizia. Assolto Giuseppe Corona (condannato per mafia in un altro processo), la moglie Maria Laura Bonaccorso e il fratello di quest’ultima, Roberto.

L’accusa ruotava attorno all’acquisto di un immobile in via dei Materassai, alla Vucciria. La sentenza è del Tribunale presieduto da Bruno Fasciana.

La Procura aveva chiesto una condanna a 3 anni e mezzo per Corona e a 3 anni ciascuno per gli altri due imputati. Passa la linea difensiva degli avvocati Giovanni La Bua, Antonio Turrisi, Antonio Sottosanti e Giuseppe Pipitone.

Secondo i legali, la moglie di Corona avrebbe pagato con un assegno circolare intestato alla tabaccheria di cui è titolare.

“Scaltro, pericoloso, trasversale”, così lo aveva definito il Tribunale del Riesame. Affiliato alla famiglia di Resuttana, ma molto legato ai mafiosi di Porta Nuova, Corona avrebbe fatto di una “fitta rete di contatti e amicizie, anche in ambiti leciti della società civile” la sua grande forza per scalare i vertici dell’organizzazione criminale.


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