Palermo, l'omicidio del boss: tre nuovi indagati, sono tutti parenti

Palermo, l’omicidio del boss: il “rosso” e la pistola, tre parenti indagati

Il momento in cui l'assassino si avvicina al boss
L'inchiesta sull'assassinio di Giuseppe Incontrera

PALERMO – I nuovi indagati sono tre, tutti parenti. Secondo la Procura della Repubblica, ci sono ancora dei tasselli da mettere a posto nella ricostruzione dell’omicidio di Giuseppe Incontrera, il boss assassinato alla Zisa a giugno 2022. Nei giorni scorsi era emerso il nome di Salvatore Bellomonte, proprietario di un terreno nel rione Danisinni. Ora si scopre che sono finiti sotto inchiesta per concorso in omicidio anche il padre Vincenzo e il cugino Antonino Bellomonte.

Fernandez accede al capannone dei Bellomonte

Al processo che vede imputato Salvatore Fernandez, reo confesso, il pubblico ministero Gaspare Spedale li ha citati come testimoni. Apprendendo la loro nuova, e più delicata, veste di indagati i tre si sono avvalsi della facoltà di non rispondere. “Nulla sappiamo di più – spiega l’avvocato Domenico Cacocciola –. Ci riserviamo ogni iniziativa se e quando verremo a conoscenza degli atti”.

Il “rosso” e la pistola”

I Bellomonte sono legati ad alcuni fatti avvenuti prima e dopo il delitto. In un’intercettazione i parenti della vittima sostenevano che fosse stato “il rosso” a dare la pistola a Fernandez. Rosso è il colore dei capelli di uno dei Bellomonte, nel cui terreno Incontrera parcheggiava lo scooter. Si tratta dello stesso mezzo usato dall’assassino il giorno dell’omicidio in via Principessa Costanza.

In effetti, alle 5:48 del 30 giugno dell’anno scorso, Fernandez è stato inquadrato mentre si allontanava in moto dal terreno. Andò a prelevare la pistola con cui uccise Incontrera? Fece rientro nel capannone dopo l’omicidio. I carabinieri andarono a perquisirlo ma del motorino non c’era più traccia. Da qui l’ipotesi che possa essere stato smontato a pezzi e caricato su una Moto Ape inquadrata da una telecamera mentre si allontana dal fondo agricolo.

La lite e l’omicidio

Incontrera era un boss emergente. Il delitto sarebbe stato premeditato, ma senza aggravante mafiosa nonostante la caratura criminale della vittima che si era fatta largo nel mandamento di Porta Nuova. Era consuocero di Giuseppe Di Giovanni che viene considerato il reggente mafioso ma è a piede ibero perché sono scaduti i i termini di custodia cautelare. Nella sua confessione Fernandez disse “Ho ucciso Giuseppe Incontrera, l’ho ucciso venerdì mattina. Abbiamo avuto una lite qualche mese fa per un incidente che abbiamo avuto nel quartiere. Io ero con il mio motore e lui con il suo. Il mio motore era uno Scarabeo che poi ho venduto”. L’inchiesta non si è chiusa con la sua confessione.


Partecipa al dibattito: commenta questo articolo

Segui LiveSicilia sui social


Ricevi le nostre ultime notizie da Google News: clicca su SEGUICI, poi nella nuova schermata clicca sul pulsante con la stella!
SEGUICI