I pubblici ministeri della Direzione distrettuale antimafia di Palermo, Bruno Brucoli ed Eugenio Faletra, concludono la requisitoria chiedendo la condanna di presunti boss, gregari e favoreggiatori del mandamento mafioso di Trabia.
Con il blitz del marzo 2023 i carabinieri ricostruirono una sfilza di estorsioni e danneggiamenti. La regola del pizzo sarebbe stata ferrea in una grossa fetta della provincia palermitana che comprende Termini Imerese, Caccamo, Trabia, Vicari e Cerda.
C’è chi si ribellò, come il titolare di un lido, accompagnato nel percorso di denuncia da Addiopizzo. Gli bruciarono lo stabilimento balneare riaperto grazie alla rete di solidarietà fra imprenditori e commercianti del movimento antiracket.
Gli imputati
Questi gli imputati e le richieste di pena: Pietro Agnello di Vicari (10 anni), Massimo Andolina di Petralia Sottana (10 anni), Biagio Esposto Sumadele residente a Trabia (16 anni), Pietro Erco (già condannato per l’omicidio di Vincenzo Urso, 8 anni)), Giuseppe Galbo di Sciara (16 anni), Gandolfo Maria Interbartolo di Cerda (3 anni e 4 mesi), Nunzia Maria Loreta La Barbera di Termini Imerese (1 anno e due mesi), Giuseppe Lo Bianco di Palermo (12 anni), Salvatore Macaluso di Vicari (16 anni), Mario Salvatore Monastero di Caccamo (12 anni e 4 mesi), Luigi Antonio Piraino di Cerda (16 anni e 4 mesi), Cristiana Piroddi residente a Vicari (8 anni), Gaetano Pravatà di a Vicari (12 anni), Michele Pusateri di Termini Imerese (2 anni), Ignazio e Rosario Saccio di Vicari (12 anni ciascuno), Francesco Sampognaro di Caccamo (12 anni), Calogero Sinagra di Sciara (16 anni), Antonino Teresi di Sciara (8 anni e 4 mesi), Carmelo Umina di Vicari (18 anni), Massimiliano Vallone di Palermo (è lui che risponde della presunta estorsione al titolare dello stabilimento, 8 anni).

