Palermo, tanti ristoratori pagano in silenzio: una sola denuncia

Palermo, tanti ristoratori pagano in silenzio: una sola denuncia

Michele Micalizzi
"Fustigazione in piazza" per chi ruba nei locali di Mondello e Sferracavallo protetti dalla mafia

PALERMO – Una decina di ristoratori identificati e un numero imprecisato ancora da identificare. Tutti avrebbero pagato il pizzo. Di contro uno soltanto ha deciso di denunciare. Da Sferracavallo e Mondello arriva l’ennesima storia di racket, silenzio e convenienza.

Si paga per paura, ma anche perché i boss di Tommaso Natale hanno garantito protezione. Niente concorrenza sleale, niente teste calde che spaventano la clientela, niente furti nel regno di Michele Micalizzi. E se qualcuno osa rubare dentro un locale protetto dalla mafia il bottino viene recuperato.

Il volto dello Stato parallelo, così emergerebbe dall’ultimo blitz della Direzione distrettuale antimafia e dei carabinieri del Nucleo investigativo, sarebbe quello di Rosario Gennaro, incaricato da Amedeo Romeo. Un ladro “abbuscò qua in piazza, ha portato tutte cose di nuovo”. “Devi ringraziare – gli dissero – che non ti hanno scannato qua dentro… non ti permettere più”. Il giudice per le indagini preliminari Fabio Pilato non la descrive come una punizione, ma “una fustigazione in piazza, quale vera e propria manifestazione dell’efficienza garantita dalla cosca”.

Rosario Gennaro avrebbe ricevuto il testimone da Matteo Pandolfo. Un passaggio di consegne obbligato visto che Pandolfo fu costretto ad andare via dalla città. Letteralmente cacciato. “Vedi che per ora il guardiano sono io qua… mi ha mandato pure il messaggio che ci sei scritto pure tu… se a me Amedeo mi dice di andare…”, diceva Gennaro.

A volte erano gli stessi ristoratori a chiedere la protezione. “Gentilmente a che sei qua se puoi passare di là e dargli un’occhiata”, chiese un ristoratore a Gennaro che si confidava con una amica: “Gli ho detto sì certo che lo posso fare, 150 euro per come pagano gli altri paghi tu”. E si gonfiava il petto: “Volevo arrivare all’intento che si devono spaventare a Sferracavallo di me… ci sono arrivato”.

Il silenzio ha dominato le due borgate. Con una sola eccezione. Un ristoratore ha denunciato gli uomini del racket. E lo ha fatto mostrando le immagini delle telecamere di sicurezza che immortalavano il momento della consegna del pizzo. Ora altri commercianti saranno convocati dal pubblico ministero Giovanni Antoci per capire se negheranno di fronte alla chiarezza delle intercettazioni.


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