Palermo: il boss del Villaggio Santa Rosalia risponde, il figlio no

Palermo: il boss del Villaggio Santa Rosalia risponde, il figlio no

Salvino e Vincenzo Sorrentino
Scelta diversa per i due indagati

PALERMO – Il boss risponde e si difende. Salvatore Sorrentino, nei giorni scorsi, è stato interrogato dal giudice per le indagini preliminari Walter Turturici. Ha respinto l’accusa di avere continuato a gestire la famiglia mafiosa del Villaggio Santa Rosalia nonostante fosse detenuto.

Lo avrebbe fatto tramite il figlio Vincenzo, pure lui arrestato nel blitz dei finanzieri del Nucleo di polizia economico-finanziaria, sfruttando le video chiamate consentite al detenuto. Secondo Sorrentino, si tratterebbe di un grande equivoco. Nulla di mafioso c’era nelle sue conversazioni avvenute con una sfilza di persone che avrebbero obbedito ai suo ordini.

Sorrentino, che al Villaggio tutti chiamano “lo studentino”, ha spiegato il contenuto telefonata per telefonata. Erano conversazioni con amici, gente che conosce da tempo. Quando dal carcere davano il via libera alla video chiamata capitava che i parenti fossero in compagnia di altra gente. Da qui i consigli, le indicazioni e quant’altro è stato registrato nelle intercettazioni. Ha difeso se stesso e di conseguenza il figlio che al contrario del padre si è avvalso della facoltà di non rispondere.

La Procura non ha dubbi: erano direttive per continuare a dettare legge e soprattutto per gestire affari. La difesa farà ricorso al Riesame per chiedere l’annullamento dell’ordinanza di custodia cautelare che ha raggiunto in carcere il boss del mandamento di Pagliarelli, assieme ad altre 21 persone.


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