Palermo, mafiosi liberi: "Squadra pronta, manca il Super Santos"

Palermo, mafiosi liberi: “Squadra pronta, manca il Super Santos”

A Misilmeri contavano i giorni in vista delle scarcerazioni

PALERMO – “Alessandro esce ora, Alessandro maggio-giugno, Aristide a settembre, Giovanni pure questo periodo e Franco ora”, diceva Francesco Vasta, considerato dagli investigatori “un ostacolo” alla leadership di Cosimo Michele Sciarabba, arrestato ieri dai carabinieri.

I nomi citati sono stati identificati in Aristide Neri, Giovanni Ippolito, Alessandro Ravesi e Francesco Lo Gerfo. Il discorso riguardava la loro prossima scarcerazione. Nei mesi successivi tornarono davvero tutti in libertà, tranne Lo Gerfo, capomafia di cui Ravesi era stato uno degli uomini più fidati. Ippolito e Ravesi sono tornati in carcere ieri.

Vasta passava in rassegna i nomi ed esultava: “Un mese ci manca e siamo a posto e possiamo andare a comprare di nuovo il pallone… già la squadra è fatta manca il Super Santos e possiamo andare a giocare di nuovo a pallone”. Il riferimento, secondo la Procura di Palermo, era alla ricostituzione di un gruppo di potere.

Per un periodo si creò una contrapposizione fra Sciarabba-Ravesi e Vasta-Neri. La supremazia di Cosimo Michele Sciarabba però era chiara a tutti.

Giusto Giordano raccontava a Salvatore Baiamonte, entrambi coinvolti nel blitz, che qualcuno era andato a chiedergli dei soldi per conto di Alessandro Ravesi, dopo la scarcerazione di quest’ultimo, avvenuta il 6 luglio 2021. “… tu stai lavorando… tu stai facendo… io sto lavorando ma io non pago niente… io quello che gli ho detto soltanto eh ma Michele è al corrente di questa cosa?”.

Giordano è stato intercettato mentre incontrava Francesco Antonino Fumuso, arrestato per mafia nel 2018 e poi mandato ai domiciliari per motivi di salute. Ed è mentre si trovava agli arresti in casa che ci fu l’incontro. Fumuso chiedeva chi comandasse a Misilmeri: “Qua non ci rompono i coglioni vero?”. Giordano lo rassicurava: “… c’è il figlio… amico mio… è amico mio”.

Alessandro Ravesi e Benedetto Badalamenti

Secondo gli investigatori, stava parlando di Cosimo Michele Sciarabba, figlio dell’anziano capomafia di Misilmeri, Salvatore.


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