PALERMO – “Quando sento parlare di quei 181 arresti di mafiosi, a Palermo, che erano inseriti perfettamente nella società, le mie speranze cadono. Ho appreso che prima era la mafia che contattava i politici, adesso sono addirittura i politici che contattano la mafia per ottenere voti.
Come diceva Buscetta, la mafia non è una criminalità comune: per fare soldi si insinua nelle istituzioni del Paese, così tutta la società diventa permeata dalla presenza della mafia. Questo è un male che ancora non ci siamo levati di dosso”.
Così la presidente della Fondazione Falcone, Maria Falcone, sorella del magistrato Giovanni, parlando a margine del congresso regionale della Filca Cisl, organizzato a Palazzo Jung, a Palermo.
“I magistrati, per fortuna – prosegue -, hanno continuato a lavorare. Giovanni, soprattutto nel periodo romano, ha lavorato a quella legislazione antimafia che adesso ci invidiano tutti. Attraverso quelle leggi e grazie al lavoro dei magistrati e delle forze dell’ordine, siamo riusciti a mettere in carcere i latitanti, ma non siamo riusciti a lavorare sulla società.
Forse i giovani sono più indifferenti verso certi temi ma, devono capire, che la mafia, anche se non uccide più, continua a fare i suoi affari”. Maria Falcone ha annunciato che “entro il 23 maggio puntiamo al completamento del ‘Museo del presente’ della Fondazione Falcone. Sarà un luogo dove i giovani potranno usufruire della nostra biblioteca, degli strumenti di lavoro per capire quella che è stata la storia siciliana. Potranno anche sedersi nel giardino e pensare che, a pochi passi da qui, sono nati Giovanni e Paolo.
A due passi da qui c’è anche la palestra dove Giovanni andava ad allenarsi. Qui si potrà pensare a un Giovanni e Paolo prima che diventassero magistrati”.