Palermo, mistero buffo - Live Sicilia

Palermo, mistero buffo

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(R.P.) Lo scenario è da brividi. L’allenatore in carica, Pioli, mogio come un cane bastonato. Fino a qualche giorno fa, era il tecnico della vita, nonostante le evidenti contraddizioni del suo approccio. Oggi è un uomo con il domani già in bilico. L’allenatore vecchio – quello che prendeva troppi gol, che organizzava una lobby in suo favore, secondo accuse notissime – sul ciglio di un clamoroso ritorno. Casomai accadesse, non sarà più come prima. Il Palermo di Delio Rossi non c’è più. E’ stato sminuzzato, smontato e disperso. Oppure toccherà a un altro. Ranieri avrebbe detto no. Sullo sfondo di una catastrofe potenziale, c’è lui, il presidente che non delude mai le attese per un colpo di scena in più: c’è Maurizio Zamparini. In poche ore, il patron rosanero ha virato a trecentosessanta gradi, smentendo se stesso e i suoi laudatores.

Coloro che ad ogni serena critica intonano il disco con l’usuale motivetto: “Ma noi giocavamo a Crotone” saranno comprensibilmente imbarazzati. E’ stato lo stesso Zamparini a spegnere i loro ardori, a frantumare capisaldi e concetti su cui si erano acquartierati. Forse, la lezione che si intravvede è proprio questa: riconoscenza e gratitudine vanno benissimo, né nessuno le ha mai sottovalutate, ci mancherebbe. Ma è sempre meglio interloquire da soggetti liberi con gli “uomini dei sogni”, per fargli capire che controllano un materiale incandescente. Intanto, siamo alle porte di un crocevia delicatissimo, l’ennesimo mistero buffo in rosanero. Se sarà rivoluzione, avremo perso del tempo prezioso. Se tutto rimarrà com’è, si continuerà con un allenatore svilito al cospetto della squadra e in crisi. Fino al prossimo colpo di scena.

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