Palermo, il caso auto blu e la paura all'Ars: le intercettazioni

Auto blu, panico fra i collaboratori all’Ars. Miccichè: “Me la possono s…”

Il deputato: "Ho agito sempre con rigore, pronto a chiarire tutto"

PALERMO – “Stai tranquilla che sul peculato, proprio, na puonnu (ce la possono, ndr) sucare altamente”: così Gianfranco Miccichè, finito sotto indagine per l’uso a fini privati dell’auto blu, tranquillizzava una delle sue collaboratrici.

Io e il mio staff abbiamo sempre lavorato ed agito con la massima trasparenza e rigore. Sono pronto a chiarire tutto davanti gli organi competenti”, fa sapere il deputato regionale ed ex presidente dell’Ars.

Preoccupazione all’Ars

Erano preoccupati all’Ars quando si seppe dell’indagine su Mario Di Ferro che riforniva di droga anche Miccichè e quando i finanzieri del Nucleo di polizia economico-finanziaria andarono negli uffici dell’Assemblea regionale siciliana per prendere il regolamento sull’utilizzo dei mezzi di servizio.

“Ma non ci sono dubbi, ma dai! Ma dai, ma se solo ascoltassero tutte le volte in cui abbiamo fatto attenzione all’utilizzo della macchina, ma veramente spero che abbiano ascoltato le telefonate, te lo giuro, non facevo altro che dirglielo: ‘mi raccomando, mi raccomando”, diceva lei. E Miccichè rispondeva: “Di più, infatti”. Segno di attenzione per come andava gestita della macchina?

Tentativo maldestro

Di avviso opposto il giudice per le indagini preliminari Rosario Di Gioia, secondo cui la conversazione è un “tentativo maldestro di far apparire come corretto l’utilizzo dell’autovettura di servizio che in realtà finisce per corroborare in via ulteriore la distrazione dell’autovettura, attuata in via prolungata”.

In una conversazione precedente la stessa collaboratrice, parlando con il factotum del politico, diceva: “Non è che Maurizio (l’autista del deputato ndr) può andare là (a Cefalù, ndr) a portare i farmaci, ci dobbiamo scordare questo sistema…”.

Lo stesso autista era in agitazione “:… perché a me siccome mi stanno massacrando sull’uso dell’auto blu, ora ciu ricu a iddu ‘presidente, amu a fari casa, chiesa e ufficio, non possiamo fare altro”.

“Stanno indagando”

“Stanno indagando, è venuta la Finanza in Ars e starebbero… stanno facendo, a quanto pare, una verifica sull’utilizzo delle auto blu, cosa che avresti voluto tu alla fine della legislatura”, tornava a dire allarmata la donna.

“Mi sono rotto i c…, finiù l’America, pi tutti”, commentava l’autista Maurizio Messina. “Casa, chiesa e ufficio, non possiamo fare altro, finiù tutto quello che faceva prima… magari qualche caz… in più… taglio i ponti a tutti, mi siddiò (stancò ndr)”, sbottava.

Altri e non solo Micciché avrebbero usato in maniera disinvolta l’auto dell’Ars. La procura di Palermo annota, però, che dopo l’iniziale preoccupazione tutto sarebbe tornato come prima. Ed il malcostume è sfociato in qualcosa di più.


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