Parcheggiatore abusivo sì, socio dei mafiosi no: restituito un palazzo

Parcheggiatore abusivo sì, socio dei mafiosi no: il palazzo è suo

Restituite oltre 30 case a Francesco De Marco, per anni considerato un prestanome dei Graviano

PALERMO – Parcheggiatore abusivo sì, socio dei mafiosi no. Ecco perché la Corte di appello per le Misure di prevenzione ha restituito i beni, fra cui un intero palazzo, a Francesco De Marco, 74 anni.

L’ombra dei boss Graviano

Per anni De Marco è stato considerato un prestanome dei Graviano, fratelli stragisti di Brancaccio. Il collaboratore di giustizia Fabio Tranchina sapeva che il “marinaio”, così era conosciuto De Marco, “non avrebbe fatto uno sbadiglio senza prima informare Cesare Lupo”, e cioè uno degli ultimi capimafia di Brancaccio che sta scontrando 28 anni al carcere duro. Tranchina e Lupo sono cognati.

Il parcheggio in nero

La fortuna di De Marco è legata ad un’aera a due passi dal porto e dalla Camera di Commercio. Dal lontano 1972 vi aveva impiantato un parcheggio abusivo molto redditizio. Ad un certo punto ha avviato un’impresa di costruzioni per realizzare un palazzo di cinque piani in via Bonomo, nella stessa area dove prima c’erano i posti auto.

Secondo i primi giudici, De Marco non aveva soldi a sufficienza che giustificassero l’affare immobiliare e alla luce della parole del pentito scattò la confisca. La Corte di appello ha ribaltato il verdetto, accogliendo la tesi difensiva dell’avvocato Corrado Sinatra.

La tesi difensiva

Fare il parcheggiatore in nero per decenni aveva consentito a De Marco di accumulare risparmi e il terreno su cui ha edificato lo aveva usucapito. E poi era stato convincente a tal punto da potere dimostrare che gli acquirenti degli appartamenti gli avevano anticipato quasi un milione di euro, pagati con assegni bancari dunque tracciabili, prima della consegna delle case.

E le parole di Tranchina? Troppo generiche per stabilire che De Marco fosse un uomo dei Graviano e in ogni caso se rapporti ci sono stari risalirebbero ad un periodo antecedente alla costruzione del palazzo che ora è stato restituito al legittimo proprietario. Parcheggiatore in nero sì, ma amico dei mafiosi no.


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