PALERMO – Quando ha definitivamente abbassato la saracinesca del suo negozio si è aperta un’altra fase della sua vita. La più triste, quella in cui non è ancora riuscito a trovare un lavoro e in cui i problemi familiari hanno preso il sopravvento. Da sette anni, ormai, la strada è diventata la sua casa: Tonino Di Maio ha trascorso la maggior parte delle sue notti dentro i vagoni abbandonati della stazione centrale e, da alcuni mesi, dorme su una panchina di piazzetta Cairoli, dove si trova il capolinea dei pullman regionali.
Avvolto da un cumulo di coperte, è proprio lì che la scorsa settimana è stato aggredito da un gruppo di balordi che gli ha rotto il naso. Era l’una e mezza di notte quando è stato svegliato dai calci e dai pugni sferrati senza alcuna pietà. “Stavo dormendo profondamente – racconta – quando ho sentito i colpi sono caduto per terra, ancora con le coperte addosso, non potevo difendermi. La mia faccia era una maschera di sangue, mi sono voltato per cercare di capire chi ci fosse, ma chi mi ha preso di mira era già scappato”.
Di Maio si è così alzato in piedi a fatica. Sanguinante si è recato negli uffici della polizia ferroviaria e ha chiesto aiuto, poi ha raccontato quello che gli era poco prima accaduto. Oggi, con l’occhio ancora nero, i lividi su varie parti del corpo e le evidenti ferite al naso, racconta quella notte da incubo. E lo fa con gli occhi lucidi e il cuore a pezzi: “Sono molto sconfortato. Non ho paura, ma non posso accettare che mi sia successo anche questo. Da quando ho chiuso il mio negozio di detersivi a Ficarazzi mi è capitato di tutto. Mi sono separato, ho un bambino piccolo che nemmeno conosco. Qui mi conoscono tutti, ci rispettiamo, evitiamo screzi e discussioni. Nessuno ha idea di chi possa avermi aggredito, ma da tempo la condizione di vhi vive in strada è più difficile del solito”
Tonino Di Maio parla con consapevolezza. Ha condiviso gli stessi portici per anni con Marcello Cimino, il clochard che l’hanno scorso è stato dato alle fiamme ai Cappuccini. “Eravamo molto amici, non riesco più ad andare in quella zona, mi si spezza il cuore solo al pensiero. Noi senzatetto veniamo troppo spesso presi di mira, eppure cerchaimo sempre di non disturbare, di non creare problemi. Abbiamo già i nostri guai”.
E dovrà presto operarsi. Per la frattura al naso rilevata dai medici è necessario un intervento chirurgico. Al suo fianco, in questi giorni, ci sono stati i volontari delle associazioni che assistono i senzatetto che si trovano nella zona della stazione centrale, tra cui Nicola Spinelli de “La danza delle ombre”. “In base a quanto già accaduto – dice – la stazione e piazzale Ungheria si confermano tra i luoghi in cui i senzatetto rischiano di più. Purtroppo nei mesi scorsi le aggressioni si sono ripetute e a noi non resta che chiedere maggiore sicurezza per coloro che vivono in strada. Noi volontari non possiamo fare tutto da soli”.
“Già – aggiunge Giuseppe Li Vigni della onlus Gli angeli della Notte – è necessario l’intervento di enti e istituzioni per aiutare i nostri “fratelli” ed evitare che finiscano per strada. Dovrebbero essere messi a disposizione degli alloggi che permettano loro di svolgere una vita normale. Siamo stanchi e addolorati dalla scia di di episodi che calpesta la loro dignità: Tonino è stato pestato a sangue mentre dormiva, preso alla sprovvista: un’azione da codardi. Speriamo che i responsabili siano individuati”.