PALERMO – “Vogliono i soldi m… che pezzi di merda”, diceva rancoroso Cosimo Semprecondio, uno degli undici fermati per mafia nel blitz che ha colpito il mandamento della Noce. Stava parlando di pizzo.
Si riferiva ad alcune discussioni avute con Tommaso Lo Presti, capomafia di Porta Nuova. Il tema era quello dei confini territoriali all’interno dei quali imporre il pizzo alle attività commerciali. Cambiano gli uomini, ma non le regole.
Il pizzo per controllare il territorio
Il controllo del territorio passa dalla “messa a posto”. I soldi si fanno con la droga, il racket serve a mantenere alta la tensione attraverso la presenza mafiosa. Con un differenza sempre più netta rispetto al passato. I mafiosi stanno a larga dai commercianti che possono creare problemi con le denunce. Studiano le “vittime” e affondano il colpo del pizzo laddove sanno di trovare terreno fertile. C’è un dato che emerge dal blitz alla Noce: sei le estorsioni ricostruite, zero le denunce.
La discussione con il boss di Porta Nuova
Il gruppo di Semprecondio era andato a riscuotere la tassa da qualcuno che aveva risposto malamente: “…io non ti do neanche una lira, forse non l’hai capito. Poi vediamo se ti devo dare i soldi”. Il commerciante aveva cercato protezione altrove. In particolare con Tommaso Lo Presti, detto il pacchione, che appellava “il vecchio” o “zio Masino”: “Tu ce l’hai detto a loro ma loro non c’entrano niente di qua, quella è un’altra cosa”.
Ed ecco rimarcare la divisione territoriale: “Io domani glielo dico, glielo faccio sapere perché dove ci sono i vigili urbani fino al bingo è nostro, poi da là dopo in poi è San Lorenzo”.
Le cifre pagate nei sei casi ricostruiti dalla Direzione distrettuale antimafia di Palermo vanno da 500 a 1.200 euro, ma in un caso si parla di 15.000 euro.
L’errore che ha svelato il pizzo
Alcune di queste estorsioni sono state svelate grazie ad un errore commesso da Semprecondio. I fermati avevano l’abitudine di lasciare i cellulari in macchina o nel bauletto degli scooter perché temevano di essere intercettati. Il 18 aprile 2024 ci fu un incontro fra Calogero Cusimano, detto il panellaro perché gestisce una rosticceria alla Noce, Salvatore Peritore e Cosimo Semprecondio che commise l’imprudenza di portare il telefono con sé.
I poliziotti hanno registrato frasi del tipo“lo sto annagghiando questo dei cami (camion ndr)”; “Questo dell’ambulanza novità?”; “Gli ho dato le strantuliate”. Storie di pizzo, vessazioni e silenzio.

