Palermo, ex presidente infermieri eletto con le "schede taroccate"

Palermo, ex presidente infermieri eletto con le “schede taroccate”

Processo sullo scrutinio del 2017. Al seggio arrivarono i carabinieri

PALERMO – Avrebbe falsificato le schede elettorali per farsi eleggere presidente dell’ordine degli infermieri di Palermo. Il giudice per l’udienza preliminare Donata Di Sarno ha condannato a un anno e mezzo di carcere Francesco Gargano, 66 anni, ormai ex presidente visto che il suo mandato, sancito dalle elezioni 2017, è scaduto.

Furono proprio quelle schede, alla luce dello scarto minimo, a fargli avere la meglio. Nel 2020 fu poi sconfitto dalla lista guidata da Antonino Amato. Il reato contestato era falso in atto pubblico, visto che l’ordine è un ente di diritto pubblico.

Carabinieri al seggio

Il seggio elettorale fu allestito in quell’anno all’ospedale Civico. Gargano, oltre che candidato, ne era il presidente. Fu uno scrutinio piuttosto movimentato. Altri candidati chiamarono i carabinieri di Monreale. In particolare Vincenzo Gargano si accorse che alcune schede erano state votato con lo stesso tratto di penna ed erano tutte favorevoli al suo omonimo.

I militari intervennero e fecero una copia delle schede incriminate. All’indomani Vincenzo Gargano, Giuseppe D’Anna, Antonino Amato, Giuseppe Intravia, Calogero Gugliotta formalizzarono una querela.

Inguiato dalla perizia

Fu disposta una perizia che, scrive il giudice nella contestuale motivazione della sentenza, “spazza” via ogni dubbio: le schede erano “vergate di proprio pugno dall’imputato”. Gargano si è difeso negando le accuse e sostenendo che lo scrutinio era sempre avvenuto in presenza di altre persone, e che le urne così come le stanze erano sigillate.

La difesa

Secondo il giudice, sono elementi che “non possono sconfessare la perizia”. Da qui la condanna dell’imputato a cui è stato riconosciuta la sospensione condizionale della pena. Dovrà anche sborsare una provvisionale immediatamente esecutiva di duemila euro ciascuno alle parti civili, assistite dagli avvocati Salvo Priola e Valentina Morgana, in attesa che il danno definitivo venga quantificato dal giudice civile.


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