“A me non è mai piaciuto fare l’allarmista, ma la situazione è delicata. Gli ospedali hanno nuovamente serie difficoltà con i posti letto, i ricoveri crescono e i contagi non sono più controllati”.
Renato Costa, commissario Covid per l’area metropolitana di Palermo, seduto nel suo piccolo ufficio, ascolta i dispacci dal fronte. Sono i resoconti di truppe un po’ sfilacciate. L’emergenza è per tutti terminata, tra politica e senso comune. Ma i medici sanno che il virus circola impetuosamente.
Dunque, commissario.
“A Partinico Enzo Provenzano sta aprendo un nuovo piano, per il flusso di pazienti. Al ‘Cervello’ l’Utir, l’unità di terapia intensiva respiratoria, è piena di malati Covid. Parliamo di persone che hanno proprio dei sintomi respiratori per via del coronavirus”.
Il dottore Provenzano, per primo, si è detto preoccupato.
“Perché, da medico scrupoloso, osserva quello che succede. Non siamo più nel ciclone di qualche tempo fa. I vaccini stanno compiendo una grande opera di protezione, ma il Covid è presente con forza ed è, purtroppo, normale che ci siano più ricoverati. Nella speranza che non aumentino ancora e che il sistema possa reggere”.
Già, i vaccini. Come stanno andando?
“Meno bene di quello che vorremmo. Ne approfitto per ripeterlo: facciamo tutti la quarta dose e chi può faccia la quinta. Dopo sei mesi, di fatto, siamo senza anticorpi. Con una protezione notevolmente abbassata anche rispetto alla malattia grave”.
Insomma, questi vaccini non proteggono dal contagio.
“Nei primi tempi sì. Poi danno un’ottima risposta contro le conseguenze peggiori del Covid. Ma anche questa cala con il passare del tempo”.
Lei sarà al suo posto fino a quando?
“Fino al 31 dicembre e faccio una promessa alla città”.
Quale?
“Non lasceremo nessuno senza cura, senza vaccino, senza tampone. Fino all’ultimo secondo noi saremo presenti”. (rp)