Palermo ricorda Dalla Chiesa| a 29 anni dalla strage di via Carini - Live Sicilia

Palermo ricorda Dalla Chiesa| a 29 anni dalla strage di via Carini

LE CELEBRAZIONI
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Palermo ricorda il generale Carlo Alberto Dalla Chiesa. A 29 anni dalla strage di via Isidoro Carini, in cui morirono anche la moglie Emanuela Setti Carraro e l’agente di polizia Domenico Russo, in città si sono tenute alcune manifestazioni per onorare la memoria del Prefetto di Palermo ucciso dalla mafia.

“Con il suo assassinio, la delinquenza organizzata cerco’ di minare la credibilita’ delle istituzioni e di innescare la folle fase della sua strategia criminale tesa a sovvertire il nostro ordinamento”, si legge nel messaggio inviato dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano al Prefetto di Palermo, Umberto Postiglione. “All’assassinio – scrive il Capo dello Stato – seguirono invece una intensa azione di contrasto del fenomeno mafioso e quella mobilitazione della coscienza civile che egli aveva auspicato fin dal suo arrivo a Palermo, ritenendola indispensabile per sostenere l’impegno delle forze dell’ordine e della magistratura”.

Questa mattina una corona d’alloro è stata deposta in via Carini, alla presenza delle autorità civili e militari, del procuratore nazionale antimafia Piero Grasso e del sottosegretario Alfredo Mantovano, e in seguito è stata celebrata una messa nella chiesa di San Giacomo dei Militari, nella sede del comando Legione Carabinieri di Sicilia.

L’omicidio di Dalla Chiesa “rappresenta ancora oggi una ferita profonda per la Sicilia e per l’intero Paese ma la reazione dello Stato fu ferma e senza riserve”, ha scritto il presidente del Senato Renato Schifani a Postiglione. “Anche nel nome del generale Dalla Chiesa e dei tanti, troppi martiri della giustizia che hanno fatto del senso dello Stato e della lotta alla mafia la loro missione di vita fino al sacrificio estremo, continuiamo questo lungo e difficile cammino verso la definitiva sconfitta del fenomeno mafioso”.

Se il coinvolgimento di Cosa Nostra nell’omicidio del generale è ormai accertato (sono stati infatti condannati all’ergastolo Raffaele Ganci, Giuseppe Lucchese, Vincenzo Galatolo e Nino Madonia), la giustizia attende ancora di far luce su alcune zone d’ombra “concernenti sia le modalità con le quali il generale è stato mandato in Sicilia a fronteggiare il fenomeno mafioso – scrivono i giudici – sia la coesistenza di specifici interessi, all’interno delle stesse istituzioni, all’eliminazione del pericolo costituito dalla determinazione e dalla capacità del generale”.


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