Covid, da Roma a Palermo: la scia delle violenze No Vax

Covid, da Roma a Palermo: la scia delle violenze No Vax

Non ci sono soltanto gli ultimi episodi nella Capitale.

Gli eventi drammatici di Roma, con la giusta denuncia e sottolineatura delle violenze neofasciste, rischiano di far passare in sordina il mondo No Vax tout court e i suoi eccessi. Dal No Green Pass al No Vax il passo è brevissimo, quasi nullo. Non si manca di rispetto alle persone perbene che sfilano con le loro convinzioni, utilizzando un diritto intangibile, se si ricorda che quell’universo ha già espresso violenza e aggressività. E ci sono andati di mezzo spesso i medici. Non a caso il presidente della Federazione nazionale degli ordini dei medici chirurghi e degli odontoiatri (Fnomceo), Flippo Anelli, ha chiesto una risposta “ferma” dopo l’assalto al Pronto soccorso dell’Umberto I a Roma e contro le minacce e gli insulti “che riceviamo ogni giorno”. 

La dottoressa ricoperta di insulti

Vogliamo parlare del caso della dottoressa Tiziana Maniscalchi, valente coordinatrice del pronto soccorso Covid del ‘Cervello, ricoperta di insulti sui social per essersi espressa, nei giorni più caldi della pandemia, a favore dell’obbligo vaccinale? D’accordo, le offese non sono percosse materiali, ma fanno male lo stesso. La storia è andata avanti per qualche tempo, fino all’intervento della Polizia Postale. Si sa che non ci vuole molto a placare i bollenti spiriti di certi leoni da tastiera. Una cosa del genere è accaduta pure al dottore Pietro Bica, rinomato ortopedico, che è stato braccato sul web per la coerenza delle sue posizioni sul vaccino. Intendiamoci ancora una volta, la differenza aspra delle opinioni è sacrosanta. Gli insulti sono già violenza.

La rete dei No Vax

C’è il caso, più recente di quello della dottoressa Maniscalchi, del professore Antonio Cascio per una sua proposta-provocazione sul ricovero dei non vaccinati e le spese sostenute. Il suo racconto: “Mi sono arrivati insulti e minacce via telefono, via chat e pure via mail. Io non mi spavento certo degli insulti, ma, davvero, c’è un clima di esasperazione che non fa bene a nessuno”. Anche lui, come altri professionisti, finì nelle rete social dei No Vax, nelle chat che lo additavano, con la pubblicazione di dati sensibili. Un argomento di cui ci siamo più volte occupati.

La vicenda dell’enoteca

E che dire delle minacce e (ancora) degli insulti a Cinzia Orabona, titolare dell’enoteca ‘Prospero’, che aveva anticipato una linea di prudente condotta, cominciando a chiedere ai suoi avventori che si vaccinassero? Anche in quella circostanza la valanga di improperi fu brutale. Cinzia confessò: Ho ricevuto insulti sui social e anche minacce al telefono, sempre con utenti dal numero privato. Adesso ho paura, mi guardo in giro. Mi hanno detto che sono nazista e altre cose orrende, con una organizzazione che mi fa pensare che i no vax agiscano in gruppo, come una setta”. Ecco la violenza dei No Vax. E non ha smesso di fare paura.


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